Niente sospensione per il 2014 delle cartelle esattoriali a carico di imprese che vantano crediti con la Pubblica Amministrazione: l’emendamento originario al decreto Destinazione Italia (comma 7 bis, articolo 12, Dl 145/2013) è stato corretto e prevede ora una compensazione tra somme a ruolo e crediti PA. La modifica è stata approvata alla Camera, dove si discute la legge di conversione del decreto.
Destinazione Italia: gli emendamenti approvati
Entrata in vigore
Per l’operatività della nuova opzione servirà un decreto applicativo del MEF, di concerto con il MiSE, da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Destinazione Italia. Il suo iter prevede, dopo il voto finale alla Camera dell’11 febbraio, il passaggio in Senato per approvazione definitiva entro il 22 del mese.
Aventi diritto
Il DM attuativo stabilirà anche i criteri per l’individuazione degli aventi diritto e le modalità di trasmissione dei loro elenchi all’agente di riscossione. In generale, le imprese con«crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili» nei confronti della PA possono utilizzarli per compensare le cartelle di pagamento, sempre che la somma iscritta a ruolo sia pari o inferiore al credito vantato. Il credito deve essere certificato attraverso l’apposita piattaforma telematica del Ministero dello Sviluppo Economico (secondo le modalità previste dai decreti dell’Economia del 22 maggio 2012 e 25 giugno 2012).
Piattaforma online per la certificazione del credito
Reazioni
Secondo Confcommercio, «la compensazione dei crediti commerciali vantati dalle imprese nei confronti della P.A. è una misura certamente condivisibile ma deve essere estesa a tutte le imprese, non solo quelle che si trovano in una situazione di contenzioso con l’Amministrazione». L’associazione delle PMI sottolinea inoltre che la norma non fornisce «garanzie sufficienti», in primis perché «occorre comunque attendere un decreto ministeriale per la definizione di criteri e modalità di attuazione, e sono oltre 800 i provvedimenti attuativi di cui si attende ancora l’emanazione» e in secondo luogo perché consente al Ministero dell’Economia «la possibilità di porre ulteriori paletti nel caso si renda necessario rispettare l’equilibrio della finanza pubblica».