Il destino dell’IMU è segnato dalle infinite complicazioni: l’ultima è la conversione in legge del decreto di abolizione saldo di dicembre: si rischia di dover pagare la seconda rata 2013. Il decreto IMU-Bankitalia si è arenato alla Camera per l’ostruzionismo del M5S, furioso con il Governo per aver mescolato nel provvedimento l’eliminazione IMU con la complessa decisione di rivalutare le quote della Banca d’Italia, con conseguente iniezione di ingenti capitali nella casse delle banche (per la nuova norma che impone loro di cedere le quote detenute oltre il 3% in Bankitalia, a un pezzo maggiorato in virtù della rivalutazione).
Saldo IMU a rischio
Senza una soluzione, formalmente torna in vigore l’obbligo di pagare la seconda rata IMU 2013 e al Governo tocca un nuovo decreto che recepisca l’abolizione del saldo IMU. Per uscire dallo stallo alla Camera si sono studiate diverse soluzioni:
- mettere ai voti il provvedimento, anche con discussione non terminata, applicando la cosiddetta tagliola, o ghigliottina.
- scorporare il decreto, separando le sorti dell’IMU da quello della rivalutazione e vendita delle quote della Banca d’Italia, risolvendo dal punto di vista politico l’ostruzionismo del M5S.
I partiti di governo hanno spinto in senso opposto ritenendo fondamentale l’approvazione anche della parte relativa alla Banca d’Italia, strada difficilmente praticabile dopo che sul decreto è stata posta la fiducia. La misura, che favorisce la patrimonializzazione delle banche, ha anche l’obiettivo di aiutarle ad allentare la stretta creditizia nei confronti di imprese e famiglie. Secondo Unimpresa, “l’aumento del valore delle quote della banca centrale andava vincolato a un incremento dei prestiti a famiglie e imprese, in modo da favorire un sostengo alla crescita e alla ripresa dell’economia reale”.
Ad ogni modo senza la conversione del decreto è necessario un provvedimento ad hoc del Governo per eliminare il pagamento della seconda rata IMU oppure bisognerà pagare il saldo IMU. Ma il pasticcio, l’ennesimo, quello rimane.