Incredibile voltafaccia del Governo sul Ddl Lavoro, il cui testito lesivo dei diritii basilari dei lavoratori era stato respinto eprisno dal presidente Napolitano: il relatore di maggioranza (Pdl) Maurizio Castro ha proposto di cancellare la modifica ottenuta dal Pd nel passaggio alla Camera del Collegato Lavoro con l’emendamento Damiano (Pd).
In questo modo il lavoratore non potrebbe più scegliere per l’arbitrato invece che per la giustizia ordinaria solo in caso di licenziamento, ma dovrebbe farlo già in fase di assunzione, firmando una clausola compromissoria (entro 30 giorni dall’assunzione) che, in molti casi, diventerebbe un ricatto per poter essere assunti.
Questo nuovo emendamento Castro cancella di netto quello Damiano: se passerà, sarà una modifica che va in direzione peggiorativa, secondo il senatore del Pd Giorgio Roilo, capogruppo in Commissione lavoro: si toglie ai lavoratori la possibilità di scegliere in libertà e si lascia libero il datore di lavoro di licenziare a voce, senza neppure una comunicazione scritta.
Il testo dell’emendamento proposto da Castro recita infatti: «Le commissioni di certificazione accertano, all’atto della sottoscrizione della clausola compromissoria, l’effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le eventuali controversie nascenti dal rapporto di lavoro”.
Il gruppo del Pd in commissione lavoro è fermamente contrario a sopprimere gli effetti dell’emendamento Damiano, perchè questo lederebbe i diritti fondamentali dei lavoratori, penalizzandoli ulteriormente, oltre ad andare in contrasto con quanto richiesto dal Capo dello Stato.
Lo ha ribadito anche lo stesso Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro a Montecitorio e firmatario dell’emendamento, affermando che «è molto grave che la maggioranza abbia preannunciato al Senato di voler modificare l’attuale testo del Collegato Lavoro nella parte cambiata alla Camera»”, annullando i passi avanti compiuti in una discussione già molto controversa. Non resta che attendere l’esito del voto al Senato…