La pirateria informatica – piaga del mercato audiovisivo e software, sottrae introiti alle case produttrici di musica e film e alle software house: di fatto, la diffusione dei sistemi peer-to-peer e la loro estrema semplicità di utilizzo consentono il download dalla rete di materiale non originale. Sul banco degli imputati, gli ISP – rei di essere i possessori degli indirizzi IP che poi vengono distribuiti agli utenti – sono stati però assolti da ogni responsabilità.
Tra le recenti accuse quella lanciata dalla Federazione anti pirateria audiovisiva (Fapav) nei confronti di Telecom Italia.
L’accusa evidenziava il “download selvaggio” di nove film appena usciti nelle sale cinematografiche da parte di utenti sparsi su tutto il territorio nazionale per un totale di 2,5 milioni di volte.
La attività di download erano fortemente legate ai sistemi peer-to-peer, secondo le più svariate tecnologie e siti web, tra i quali Ilcorsaronero, Italiafilm, Italianshare, Italianstreaming, ecc.
Il Tribunale civile di Roma ha assolto il provider giudicandolo non responsabile dell’operato dei propri utenti.
Per estensione, la Giustizia ha ribadito che le azioni di download illegale di contenuti pirata dal Web, anche attraverso programmi P2P, non possono essere imputati agli operatori TLC e ISP, che però devono rendere disponibili i nomi degli utenti che hanno compiuto l’illecito.