Dl Femminicidio: multe salate per le aziende

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 27 Agosto 2013
Aggiornato 16:32

Stretta sui reati informatici nel decreto Femminicidio di ferragosto: rischio di multe salate per le imrpese che trattano dati sensibili.

È stato varato a ferragosto il decreto legge “Femminicidio” (Dl 14/8/2013, n. 93 contenente norme di “prevenzione e contrasto della violenza di genere”) che contiene al proprio interno una serie di reati-fonte che interessano da vicino le imprese italiane che trattano dati sensibili andandole a penalizzare con sanzioni per frodi informatiche e violazioni della privacy fino a 774.500 euro (=> Approfondisci le norme sulla privacy). Il rischio di sanzione grava su tutte le imprese che trattano informazioni sensibili, indipendentemente da fatto che la violazione riguardi o meno il sesso femminile e che sia legata o no ad azioni di stalking e ad omicidi. La mancata vigilanza sui dipendenti coinvolti nei casi previsti dal decreto Femminicidio, o più in generale l’assenza di modelli organizzativi a norma del Dlgs 231/2001 adatti a proevenire i reati di utilizzo improprio delle informazioni comporterebbe infatti una responsabilità penale delle aziende alle quali verrebbero applicate multe salate: da 25.800 a 774.500 euro. L’idea del decreto legge è anche quella di adeguare le norme ai tempi moderni e alla crescita esponenziale di business sul web, andando a scoraggiare le frodi informatiche. In sostanza vengono introdotte nuove ipotesi aggravate del reato previsto dall’articolo 640–ter del codice penale. Si tratta di novità normative che potrebbero interessare potenzialmente tutte le società commerciali e le associazioni privatesoggette alle disposizioni del Dlgs 231/2001. => Vai alla Guida alla sicurezza dei dati in azienda