Telefonia mobile in abbonamento: il Parlamento dice no alla tassa di concessione governativa sui telefonini: durante l’esame della legge di conversione del Decreto Fare è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a eliminare l’imposta. Presentato dalla Lega Nord, l’OdG è passato nonostante il parere contrario dell’Esecutivo: hanno votato a favore 143 senatori, 118 i contrari, 10 gli astenuti.
TCG sulla telefonia
La tassa governativa sulla telefonia mobile (tcg) è stata introdotta negli anni ’90 e viene pagata dagli utenti intestatari di un contratto di telefonia mobile: costa 5,16 euro ai privati e 12,91 euro alle aziende (utenza business). Il Senato ha dunque votato un ordine del giorno e non un emendamento al Decreto del Fare, che pertanto non contiene (e non conterrà) alcun obbligo di abolizione. L‘ordine del giorno è semplicemente una sorta di atto di indirizzo: ad esempio, in questo caso si chiede al governo di procedere all’eliminazione della tassa sui telefonini, che si impegna a provarci ma non a farlo effettivamente. Staremo a vedere se e quando l’abolizione della tassa governativa vedrà la luce, venendo incontro alle richieste dei consumatori, che in passato hanno più volte chiesto anche il rimborso della tassa di concessione governativa. Tecnicamente, ci vuole una legge: quando sarà messa a punto e approvata, solo allora si potrà parlare di eliminazione della tassa, mentre per ora ci si accontenta di questo atto parlamentare, pur importante perché rappresenta un indirizzo preciso dell’aula di Palazzo Madama.
Fondi Banda Larga
Sempre a margine nel decreto del fare è stato approvato un altro ordine del giorno in tema tecnologico, che impegna il Governo a ripristinare i fondi del Piano Nazionale Banda Larga: alla Camera, spiega Andrea Marcucci (Pd), presidente della Commissione cultura a Palazzo Madama, primo firmatario dell’odg, «è saltato un finanziamento di 20,75 milioni per l’abbattimento del digital divide al Centro Nord», che «rischia di allontanare la copertura con banda larga in un’area del Paese particolarmente strategica. Il Parlamento con il suo voto chiede all’esecutivo un rapido reintegro». Si ricorda infine che il Decreto del Fare, sul fronte delle nuove tecnologie, prevede la completa liberalizzazione del Wi-Fi per l’accesso pubblico a Internet.