Imporre orari prolungati e straordinari non è un dovere che aziende e capi ufficio possono pretendere dai propri dipendenti: ragion per cui diventa reato minacciare il licenziamento in caso di diniego.
Sembrerebbe scontato che gli obblighi dei dipendenti si fermino a quanto riportato nel contratto di assunzione. Ma spesso le zone d’ombra tra doveri e ricatti dilagano…
A fare chiarezza è stata una sentenza della Corte di Cassazione che, in riferimento ad un caso specifico già giunto presso il Tribunale di Perugia, ha confermato la condanna di un capo reparto di un’azienda italiana che aveva minacciato di licenziare un dipendente.
Rifiutarsi di fare gli straordinari non è mancare nei confronti della propria azienda, per cui la minaccia/ricatto di licenziamento diventa un vero e proprio reato che può essere aggravato da accuse di violenza privata se alle parole si associano azioni volte a ingigantire le pressioni psicologiche sul dipendente.
Nel caso in questione la multa è stata simbolica (51 euro e e risarcimento danni) ma rappresenta comunque un precedente utile da tirar fuori come prova evidente di quanto dovrebbe essere ilo confine tra dedizione e “induzione al lavoro!”