La riforma IMU entra nel momento decisivo, i tempi sono ormai molto stretti e l’accordo va trovato velocemente, ma al momento c’è una sola certezza: i tempi. Su tutto il resto restano ipotesi, più o meno gettonate. L’unica sicurezza riguarda la nuova data del vertice di maggioranza, fissato per giovedì 18 luglio.
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Il vertice servirà a prendere le prime decisioni sulla riforma degli immobili che bisogna mettere a punto sicuramente entro fine agosto, come prevede il Dl 54/2013 che ha sospeso la prima rata di giugno sulla prima casa, (leggi qui). E l’Esecutivo si è impegnato a terminare entro tale data (leggi di più).
Franchigia 600 euro
Per quanto riguarda invece le ipotesi, sui contenuti delle norma in preparazione il dibattito è ancora aperto. Fra la posizione del Pdl – che caldeggia fortemente l’abolizione delll’IMU sulla prima casa – e quella di PD e Scelta Civica – più propensi a una rimodulazione – la sintesi potrebbe essere rappresentata dall’introduzione di una franchigia a 600 euro sull’IMU relativa all’abitazione principale.
Secondo i calcoli della Cgia di Mestre, con questo tetto sarebbero esentati dall’IMU l’85,1% dei proprietari di prima casa, che in termini assoluti significa 15 milioni 262mila 800 contribuenti. In questo caso, ai Comuni entrerebbero 2,1 miliardi in meno di gettito.
=> Leggi dell’IMU sulla prima casa: abolizione VS rimodulazione
Detrazione 600 euro
Se invece, ad essere portata a 600 euro fosse non la franchigia, ma la detrazione (che attualmente è a 200 euro, più 50 per ogni figlio), il beneficio sarebbe per tutti i proprietari di prima casa (nel senso che si abbasserebbe l’IMU anche per coloro che pagano più di 600 euro), e il gettito mancato per i Comuni salirebbe a 3,3 miliardi di euro.
IMU e IVA
Secondo il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, «ipotizzando che prevalga l’opzione dell’introduzione di una franchigia di 600 euro, faccio davvero fatica a pensare che tra gli 810 miliardi di spesa pubblica previsti per il 2013 non si riescano a trovare 2 miliardi di euro di copertura finanziaria per i bilanci comunali e un altro miliardo per evitare l’aumento dell’IVA previsto dal 1° ottobre. Grazie all’uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, nel 2014 potrebbero essere trovati facilmente quei 6 miliardi di euro necessari per evitare l’aumento dell’IVA e per esonerare quasi tutti dal pagamento dell’IMU sulla prima casa».
Come si vede, i destini dell’IMU si incrociano con quelli degli altri provvedimenti economici, a partire dall’IVA.
=> Leggi come viene finanziato il rinvio dell’aumento IVA
Il finanziamento del rinvio dell’aumento dell’aliquota del 22% a ottobre (leggi qui) costa, come detto, un miliardo, mentre l’eventuale ulteriore slittamento a fine anno farebbe salire la necessaria copertura a quota 2 miliardi. Qui, fra le ipotesi allo studio, oltre a nuovi interventi di spending review, quella di rivedere il paniere IVA, non alzando l’aliquota attualmente al 21% ma aumentando quelle agevolate, attualmente al 4% al 10%, per alcune voci di spesa.