Consigli Notarili di Milano, Bari e Verona, sanzionati dall’Antitrust per aver stretto intese restrittive della concorrenza finalizzate a reintrodurre i compensi abrogati dalla legge sulle tariffe professionali (D.L. 1/2012, o Cresci Italia, convertito nella Legge 27/2012).
Si tratta di accordi distinti tra loro ma che, seppur con modalità differenti, hanno in comune lo scopo di cercare di limitare le liberalizzazioni introdotte dal decreto Cresci Italia.
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In tutti e tre i casi venivano infatti stabiliti dei parametri di riferimento per la definizione delle tariffe professionali, limitando l’autonomia decisionale dei notai e ancorando di fatto le tariffe praticate dai notai a quelle ministeriali abrogate dal legislatore.
Venivano inoltre introdotti provvedimenti disciplinari contro chi non si fosse adeguato, ad esempio praticando tariffe inferiori, etichettando questo comportamento come “concorrenza illecita”.
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Per l’Antitrust un simile regolamento è in contrasto con lo spirito liberalizzatorio delle riforme che hanno portato all’abrogazione delle tariffe professionali.
Per questo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha reso noto con un comunicato stampa di aver diffidato i Consigli Notarili di Milano, Bari e Verona dall’attuare tali deliberazioni.
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Gli Ordini sono stati inoltre sanzionati con multe calcolate sulla base dei contributi associativi dovuti dai notai dei distretti di riferimento:
- 99.403 euro per il Consiglio notarile di Milano;
- 10.227 euro per il Consiglio notarile di Bari;
- 20.445 euro per il Consiglio notarile di Verona.
«Nel corso dei procedimenti istruttori avviati dall’Antitrust i tre Consigli hanno ritirato gli atti finalizzati a reintrodurre le tariffe», rende noto l’AGCM.
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