Mentre dalle PMI arrivano critiche alla legge di conversione del decreto sui debiti PA approvata dalla Camera, prosegue l’attività del ministero per iniziare a far affluire i soldi nelle casse delle imprese: il titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha firmato il decreto attuativo che sblocca i pagamenti dei Ministeri (500 mln), mentre è atteso a breve il provvedimento per gli enti locali (4,5 mld).
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Il decreto sui fondi dei ministeri
Per finanziare la restituzione dei debiti dei ministeri, sono stati stanziati 500 milioni di risorse aggiuntive al Fondo apposito (istituito dalla legge 266/2005, articolo 1, comma 50). Per conoscere le cifre precise bisogna aspettare la pubblicazione del decreto ministeriale in Gazzetta Ufficiale (leggi le misure previste).
Ogni ministero ha comunicato entro il 30 aprile l’ammontare dei debiti nei confronti delle imprese scaduti entro fine 2012: sulla base di queste richieste il ministero dell’Economia ha definito la ripartizione dei fondi con il decreto attuativo appena firmato.
I debiti dei Comuni
Stessa tempistica per Comuni e Province: entro il 30 aprile hanno presentato le richieste, ora si attende la ripartizione dei fondi (attesa in tempi brevi essendo già trascorso il termine ultimo). Si parla di somme più cospicue: 4,5 miliardi, svincolati dal patto di Stabilità Interno.
La situazione è la seguente: le richieste hanno superato il plafond disponibile di circa 700 milioni di euro, quindi il decreto destinerà – rispetto alle richieste – 500 milioni in meno ai Comuni e 200 milioni alle Province.
Attenzione: in questa cifra sono compresi anche i pagamenti che i Comuni hanno già effettuato nel 2013 (è una misura rilevante dal punto di vista del bilancio pubblico, perché si tratta di soldi che per effetto del decreto sui debiti PA sono svincolati dal Patto di Stabilità Interno, ma per le aziende significa che non sono soldi che stanno per arrivare, ma sono pagamenti già effettuati). In pratica, ci sono 1,25 miliardi di euro già pagati entro il 9 aprile 2013, quindi restano 3,25 miliardi ancora da distribuire.
Facciamo qualche esempio pratico, relativo alle grandi città:
- Roma: in tutto ha ottenuto 55 milioni 450mila euro. Di questi, 8,4 milioni sono già stati pagati entro il 9 aprile 2013, mentre i soldi che si liberano nell’immediato futuro sono quasi 46,9 milioni.
- Milano: la cifra totale è pari a 93,2 milioni di euro, di cui 24,5 milioni sono già stati pagati, mentre verranno rimborsati altri 68,7 milioni di euro.
- Venezia: è una delle città che si aggiudica più fondi, 124,4 milioni circa, equamente distribuiti fra i 62,8 già pagati e i 61,5 che arriveranno ora.
- Napoli: cifra totale sbloccata pari a 115,3 milioni, di cui 20,4 già rimborsati e 94,9 ancora da rimborsare.
- Torino: riceve 70 milioni, di cui circa 36,4 già rimborsati e altri 33,6 da pagare.
- Genova: sbloccati in tutto 17,1 milioni, di cui 9,4 già pagati e 7,6 ancora da rimborsare.
- Bologna: è un caso emblematico, perché tutte le richieste in realtà sono già state esaudite. Nel capoluogo emiliano vengono svincolati dal patto di stabilità interno 3,6 milioni, che sono interamente stati pagati alle imprese prima del 9 aprile 2013.
- Palermo: sbloccati circa 25 milioni, di cui 13 già pagati e 11,9 ancora da pagare.
Il decreto sblocca debiti, reazioni delle PMI
La Camera dei Deputati ha apportato modifiche al decreto approvato dal governo, che allentano una serie di paletti, ma in generale la reazione delle imprese, e delle PMI in particolare, è negativa.
Il testo licenziato dalla Camera, commenta Rete Imprese Italia, «rimane confermato nell’impianto originario, reso forse ancora più arzigogolato, e mostra, ancora una volta, più attenzione alle esigenze della burocrazia contabile piuttosto che a quelle delle migliaia di imprese creditrici del terziario di mercato e dell’artigianato che sono ormai sull’orlo del collasso». La richiesta fondamentale di Rete Imprese Italia resta quella di snellire le procedure e soprattutto di rafforzare il meccanismo delle compensazioni dei credito con i debiti fiscali (ecco come funzionano le compensazioni).
Il testo ora deve andare in Senato, nel caso in cui Palazzo Madama operasse ulteriori cambiamenti dovrebbe tornare in seconda lettura alla Camera: il Dl è in vigore dallo scorso 9 aprile 2013, e la legge di conversione va quindi approvata entro il prossimo 7 giugno.