Google Buzz: utenti avviano class action per danno privacy

di Tullio Matteo Fanti

19 Febbraio 2010 14:30

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Nel mirino di utenti e istituzioni per politiche considerate lesive per la privacy, Google Buzz è sotto class action: numerose critiche dei giorni scorsi si è aggiunta ora l'azione legale

Google Buzz, il nuovo servizio social di Gmail, ha destato non poche preoccupazioni a utenti e istituzioni, che accusano Mountain View di politiche lesive per la privacy. Dopo le critiche dei giorni scorsi, ora su Buzz pende anche una class action portata avanti da Eva Hibnick in Florida.

Depositata presso una Corte di San Jose in California, accusa Google di aver diffuso, tramite condivisione non autorizzata, informazioni personali, senza l’esplicito consenso degli utenti.

Buzz, infatti, creava in automatico liste contatti prese dalla rubrica Gmail, dalle chat e email, dai contatti di altri social network – pubblicandone i relativi dati tra le pagine dei profili.

Una funzione a dir poco anti-privacy, che ha creato problemi anche agli utenti professionali che dovevano giustamente mantenere il riserbo sui propri contatti. Prontamente modificato, rimuovendo l’iscrizione in automatico ai profili dei contatti presenti nella rubrica di Gmail, Google Buzz è comunque chiamato alle proprie responsabilità.

La class action chiede ulteriori garanzie nel nome della privacy e chiede che si impedisca a Google di introdurre simili iniziative nel prossimo futuro, oltre a pretendere un risarcimento per danni, non ancora quantificato.

Su Mountain View pesano inoltre altre accuse mosse nei giorni precedenti, come la protesta portata avanti dall’Electronic Privacy Information Center (EPIC) presso la US Federal Trade Commission e che punta anch’essa il dito sulla mancata tutela della privacy.

Alle proteste dell’EPIC si aggiungono le critiche mosse dall’Office of the Privacy Commissioner of Canada, attualmente al lavoro per appurare l’eventuale presenza in Buzz di politiche lesive della privacy.

In ultima analisi, nonostante abbia arricchito Gmail di funzionalità mutuate direttamente dai social network, Buzz sembra proprio aver turbato l’equilibrio di una piattaforma per la posta elettronica con cui molti utenti lavorano anche.

A Mountain View non rimane che trovare nuove soluzioni in grado di coniugare al meglio le nuove funzionalità con le esigenze degli utenti, soprattutto in fatto di privacy.