Il Governo Letta mette da subito mano all’IMU con un decreto di stop al pagamento della rata di giugno sulla prima casa, con i relativi ritocchi al DEF per gli effetti sul bilancio pubblico.
I tempi saranno brevi per permettere ai Comuni di adeguarsi, ma poi bisognerà mettere mano strutturalmente all’imposta sugli immobili. Diverse le ipotesi allo studio, anche per mediare tra le diverse posizioni dei partiti di maggioranza (leggi qui):
- eliminazione IMU prima casa,
- rimodulazione legata al reddito,
- nuovi meccanismi di tassazione sugli immobili.
La sospensione della rata di giugno annunciata dal Governo (scopri il programma Letta sulle tasse) deve diventare un provvedimento in tempi brevi perché entro il 9 maggio i Comuni devono comunicare le aliquote IMU 2013 e quindi devono fare i conti con la nuova situazione.
Riforma IMU prima casa
La vera e propria riforma della tassazione sull’abitazione principale prenderà forma in tempi più lunghi: una rimodulazione potrebbe essere fatta su un modello simile a quello pensato dal Comune di Roma, parametrando l’IMU a reddito e Isee. Le esenzioni per i meno abbienti, verrebbero coperte con un aumento degli indici catastali.
Una riforma di questo genere applicata a livello nazionale dovrebbe essere accompagnata da una riforma del Catasto, per permettere a tutti i comuni di poter aumentare le rendite.
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Un’altra ipotesi è quella di cambiare strutturalmente l’imposizione sulla casa, introducendo una maxi-imposta che assorba anche la Tares e i servizi comunali. Una sorta di “service tax“, su un modello vicino a quello francese (dove pagano anche gli inquilini), già presa in considerazione (e poi accantonata) nel corso del dibattito sul federalismo fiscale.
Bilancio e Deficit
Nel frattempo, il provvedimento di sospensione della rata di giugno per le prime abitazioni dovrà anche contemplare il finanziamento pubblico della misura, che costa circa 2 miliardi di euro.
Per farlo è necessario modificare ancora una volta il DEF, il Documento di Economia e Finanza (già rivisto dal governo Monti per finanziare la restituzione del debiti PA alle imprese), che prevede l’IMU fino al 2014.
Nel DEF, tra l’altro, potrebbero trovare spazio anche le altre attese modifiche volte a finanziare gli altri interventi previsti dall’Esecutivo, come la rinuncia all’aumento IVA di luglio, per il quale ci vorrebbero altri 2 miliardi.
La cosa fondamentale è che le variazioni al DEF consentano comunque il rispetto dei parametri europei e l’uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo.