Continua l’iter del decreto Romani. Il Governo si è dichiarato pronto a fare marcia indietro su alcune norme, ma le note dolenti restano Web TV e Live streaming, allineati dal decreto ai comuni servizi televisivi e quindi soggetti a rigide regolamentazioni e pesanti multe.
Se da un lato le modifiche coinvolgono il mezzo audiovisivo in sé, poco cambia per l’utilizzo dei video Web.
Per Romani, non si tratterebbe affatto di censurare Internet ma sarebbe la direttiva UE a stabilire che Web TV e Live streaming siano da considerare al pari dei servizi TV classici.
Molto negativo invece il parere del presidente dell’AgCom, Corrado Calabrò: il decreto sarebbe infatti un filtro generalizzato su Internet che però si rivela da una parte restrittivo – come nessun Paese occidentale ha mai accettato di fare – e dall’altra inefficace, perché si tratta di un filtro burocratico a priori.
Non è dunque possibile sapere se un sito delinquerà o meno, come non si tiene in considerazione il fatto che «i siti Internet sono come la testa dell’Idra, ne chiude uno e se ne apre un altro».
Nonostante le critiche giunte da numerosi versanti in merito alle regole troppo rigide, il decreto prosegue il suo iter: oggi le commissioni coinvolte della Camera dovrebbero votare il parere obbligatorio (ma non vincolante) sul testo presentato, mentre domani toccherà al Senato.