INPS e Governo dovranno rispondere «all’interrogazione parlamentare che sarà depositata con urgenza in Senato» sull’inasprimento delle condizioni di accesso alle prestazioni previdenziali per le pensioni di invalidità e anzianità.
Lo hanno annunciato il senatore IdV Giuseppe Caforio e il responsabile nazionale disabilità dell’Italia dei Valori Mario De Luca, che ha definito i cambiamenti INPS delle regole, per effetto della riforma delle pensioni Monti Fornero, una «scandalosa vicenda».
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Regole INPS incostituzionali
«L’Istituto di previdenza, guidato dal collezionista di poltrone Mastrapasqua, non può spadroneggiare sulla vita dei cittadini alimentando l’ingiustizia sociale. È inaccettabile che venga negata un’indennità di 270 euro al mese; il Ministro Fornero è politicamente responsabile di questo atto vergognoso. L’IdV sostiene la necessità di una Rivoluzione Civile proprio per ristabilire i principi di equità, solidarietà e dignità dei cittadini negati da Berlusconi e Monti».
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Nei giorni scorsi l’INPS ha infatti comunicato i nuovi criteri e modalità di rivalutazione delle pensioni per il 2013 e subito il Sindacato delle persone disabili e delle loro famiglie (SFIDA) ha criticato la scelta dell’Istituto, ritenendo le nuove regole prive di qualsiasi fondamento giuridico e lesive dei diritti costituzionali delle fasce di reddito più basse e delle classi sociali più deboli.
E anche la Cgil si è unita al coro di protesta e la responsabile dell’ufficio Politiche della disabilità della Cgil Nazionale, Nina Daita, ha inviato una lettera al direttore generale dell’INPS, Mauro Nori, per chiedere di correggere queste «gravissime iniquità».
Pensioni invalidità inique
Più in particolare ad essere contestato è il «grave elemento di novità che riguarda i soli invalidi civili al 100% titolari di pensione di invalidità. Fino ad oggi il limite reddituale considerato è stato quello relativo ai redditi strettamente personali, dal 2013 verrà considerato anche quello del coniuge».
Questo porterà alla perdita del diritto alla pensione per tutti coloro che, sommando tutti i redditi, supereranno i 16.127,30 euro lordi l’anno.
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In più rischia di verificarsi una «disparità di trattamento tra gli invalidi totali e gli invalidi parziali, per i quali varrebbe ancora il reddito personale, e di fatto verrebbero penalizzati i più bisognosi (anticostituzionale?)».