Novità importanti dalla Legge di Stabilità per le imprese sociali, un emendamento ha infatti disposto la possibilità per le imprese sociali diverse dal no profit di distribuire utili ai soci.
Si tratta in sostanza di dare alle imprese sociali costituite a partire da modelli societari diverse dal no profit – come Srl, Spa e così via – la possibilità di attrarre capitali distribuendo l’utile netto a favore di imprese profit lucrative ed Enti pubblici, se soci, per una percentuale non superiore al 50%.
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Una modifica alla Legge di Stabilità introdotta in extremis che non è arrivata poi molto gradita, perché in molti vedono in questa scelta del Governo la volontà di fare entrare l’economica capitalistica all’interno del sociale, rischiando di andare a distorcere la vera natura dell’impresa sociale.
La polemica nasce soprattutto a fronte della fretta con la quale è stato approvato l’emendamento alla Legge di Stabilità, che si sa il Governo ha premura di varare in tempi brevi essendo a fine legislatura.
Un provvedimento ritenuto approssimativo «che, invece di valorizzare la cooperazione sociale come volano di sviluppo economico e come strumento per l’innovazione del modello di produzione dei beni comuni del nostro Paese, favorisce l’ingresso di logiche speculative e capitalistiche nel suo delicato campo di azione», secondo Claudia Fiaschi, presidente del Gruppo Cooperativo Cgm, la più grande rete di cooperative sociali in Italia.
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«Si tratta di un vero e proprio blitz per modificare la normativa del 2006 sull’impresa sociale senza che operatori del settore siano stati consultati» ha aggiunto poi Fiaschi chiedendo al Governo un tavolo di confronto. Sarebbe auspicabile riuscire ad incentivare gli investimenti continuando comunque a valorizzare l’impresa sociale, magari introducendo un tetto alla distribuzione di utili e alla remunerazione di capitale.