Da oggi la PEC è obbligatoria per tutti i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato: sono scaduti ieri, infatti, i termini per la comunicazione al proprio ordine dell’indirizzo di posta elettronica certificata da utilizzare per scopi ufficiali, come sancito dalla legge 2/2009 (art.16 comma 7), a un anno esatto dall’entrata in vigore del decreto poi convertito in legge.
Tutto chiaro? Forse no. Gli oltre due milioni di professionisti denunciano ancora la mancanza di informazione e formazione specifica sulla PEC, soprattutto come strumento probatorio di trasmissione.
Stesso discorso per la firma digitale che deve essere compresa ancora chiaramente e, per attestare la sottoscrizione del documento trasmesso, deve essere utilizzata in abbinamento alla PEC.
In ogni caso, spiegano le istituzioni, è un passo necessario per l’avanzamento tecnologico del Paese, che non può prescindere dagli strumenti informatici.
La PEC consente di dare valore legale alle trasmissioni, grazie alle ricevute di avvenuto invio e consegna, e fornisce ulteriori garanzie circa l’inalterabilità del contenuto del messaggio e la memorizzazione dei log degli eventi. Inoltre utilizzare la PEC è praticamente come inviare tradizionali messaggi di posta elettronica.
Per il momento, secondo le stime il 75% dei professionisti ancora non si è dotato di PEC, forse anche “agevolati” dalla mancanza di sanzioni in materia. Attenzione però, molti ordini professionali intendono rifarsi alla deontologia e conseguentemente applicare sanzioni disciplinari.