Italia Startup – associazione che mira al rilancio economico del Paese e che ha contribuito alla redazione del report Restart Italia – ha fatto il punto sulle opportunità create dal Decreto Crescita 2.0 (DL Sviluppo bis) per le nuove imprese in fase di avvio.
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In una conferenza pubblica è stato presentato il lavoro compiuto negli ultimi mesi secondo le direttive del Decreto Crescita, sul cui solco possono essere definitivi importanti provvedimenti a favore dello sviluppo delle start-up.
Presenti il presidente Riccardo Donadon, il segretario generale Federico Barilli, il consigliere del ministro Passera, Alessandro Fusacchia e il Chief Digital Officer di Rcs Mediagroup, Alceo Rapagna.
Quadro normativo
La situazione è nel complesso intricata e le scadenze appaiono ridotte. Molto probabilmente il decreto riuscirà a diventare legge, tuttavia, per i provvedimenti e le agevolazioni ad esso correlati il tempo stringe, tanto che il loro futuro appare incerto.
Dalla conferenza sono comunque emerse buone notizie sui tempi di approvazione: «gli articoli 25-32 del decreto, quelli legati alle start up, sono messi bene», ha spiegato Fusacchia: «siamo riusciti a far arrivare molti contributi incoraggianti sulla definizione dei criteri».
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Proposte
Italia Startup si rivolge al mondo delle nuove imprese, cercando di stabilire rapporti profittevoli con industria, istituzioni e politica, offrendo al contempo formazione, attività di promozione ed un aggiornamento costante sulla mappatura italiana delle start up esistenti.
Tra le questioni dibattute nel corso della conferenza, anche la definizione di startup previsa dalle agevolazioni nel Decreto Crescita (per non escludere molte piccole società a causa di vincoli sui soci) e gli sgravi fiscali per gli investitori in capitale di rischio, che al momento non sono previste per nuove imprese che poi si sviluppano all’estero.
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Associazioni e incubatori sono in questo scenario indispensabili per ottenere buoni risultati: il Decreto avrà efficacia solo se le imprese potranno davvero mettersi in gioco: un problema di fondo è, in questo senso, la costituzione di società di capitali (mentre invece diversi incubatori sono fondazioni), che però non dovrebbe essere obbligatoria.
Per quanto riguarda la certificazione necessaria per gli incubatori, si prevede che il provvedimento arrivi ai limiti dello scioglimento delle Camere (18 dicembre): per questo, è importante mandare a startup@mise.gov.it la migliore documentazione possibile.