Nessuna proroga per il SISTRI, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha infatti confermato per il 30 giugno l’entrata in vigore a regime del sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi, anche se tanto contestato da associazioni e imprese del settore.
«Stiamo cercando di avere una concreta e ragionevole informazione sul funzionamento del SISTRI» ha dichiarato il Clini alla commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, perché il sistema «il 30 giugno deve partire e vogliamo che il sistema informatico e tutto il resto sia funzionante».
«Questo è ciò che ci aspettiamo da DigitPA, che oggi dipende dal ministero della Ricerca», al quale è stato richiesta «una verifica sul sistema al fine di accertare il funzionamento tecnico e la gestibilità del sistema. Ci aspettiamo che DigitPA consegni finalmente un rapporto sul funzionamento del sistema entro la fine di maggio», ha aggiunto il ministro.
Anche perché non è possibile far partire un sistema che, almeno finora, si è rivelato non funzionante e ha creato alle imprese più disagi (come i problemi tecnici e i contributi versati per un sistema mai partito) che vantaggi (come la riduzione di adempimenti amministrativi, costi e tempi).
L’obiettivo, chiarisce Clini «è capire se il sistema funziona e se siamo in grado il 30 giugno di farlo partire. Mi auguro che parta. Se il sistema non dovesse funzionare si pone un problema perché è chiaro che la tracciabilità cartacea ha margini di discrezionalità e di manipolazione molto alti».
Uno degli scopi del SISTRI, lo ricordiamo, è infatti quello di monitorare l’intera filiera dei rifiuti pericolosi per combattere gli illeciti, ovvero le cosiddette ecomafie.
Intanto la società che ha realizzato e gestirà il SISTRI, Selex Service Management, dichiara che il sistema è pronto a partire: «abbiamo fatto diversi test che hanno coinvolto sia Legambiente sia l’Università di Roma: il sistema funziona anche con carichi molto superiori a quelli richiesti».
E il presidente e amministratore delegato della società, Massimiliano Veltroni, aggiunge «oggi le aziende spendono tra i 750 e gli 800 milioni l’anno per la tracciabilità cartacea dei rifiuti. Con il SISTRI spenderanno il 70% in meno, secondo me anche oltre».
Senza contare che la procedura cartacea prevede tra documenti (formulario di identificazione dei rifiuti, registro di carico e scarico, modello unico di dichiarazione ambientale), mentre quella digitale avrà un solo processo capace di gestire in tempo reale e tracciabile l’intero percorso dei rifiuti.
«Capisco la naturale reticenza a essere tracciati ma il SISTRI avvantaggerà gli imprenditori onesti. A chi dice, poi, che Finmeccanica lucra sulle spalle del ministero dell’Ambiente, rispondo che se il sistema non viene usato ci rimette Finmeccanica. Nel 2010 gli operatori hanno pagato quote per 70 milioni, nel 2011, con i primi rinvii, le quote pagate sono state pari a 30 milioni. Nel 2012 le quote non sono state pagate per nulla e sono state rinviate. E di conseguenza il Ministero non ci ha pagato», ha concluso Veltroni.