Corrado Calabrò, presidente dell’AgCom, nel corso di un’audizione al Senato ha illustrato lo stato dell’arte sulla bozza di regolamento sulla tutela del Copyright online, evidenziando novità e aggiornamenti.
Tra gli aspetti di maggiore rilievo, la possibilità di un coinvolgimento diretto del Governo per evitare che l’AgCom debba farsi carico della questione senza riceverne la necessaria legittimazione da tutte le parti in causa.
La bozza di regolamento
In attesa di un pronunciamento del Governo, che potrebbe provenire direttamente dalla Presidenza del Consiglio, l’Autorità ha intanto sottolineato che la bozza di regolamento non richiede agli ISP alcuna verifica preventiva, nessun filtraggio, come ribadiscono recenti sentenze.
Agli ISP, a seguito di un procedimento di violazione delle norme in materia di tutela del diritto d’autore, potrà essere chiesta la rimozione successiva alla denuncia, ossia di non trasportare più i presunti contenuti oggetto di violazione.
La posizione delle imprese
Confindustria Cultura Italia si è dichiara sconcertata “per l’ennesimo temporeggiamento dell’AgCom sul tema della pirateria digitale”.
Secondo Confindustria, il Paese attende “da tempo infinito l’adozione di questo pacchetto regolamentare che ha ricadute importanti, anzi fondamentali, per la cultura e i contenuti culturali italiani in rete e per la sopravvivenza dell’industria culturale del nostro Paese”.
Parole dure, che sottolineano l’atteggiamento di attesa e i continui rinvii nei confronti di una decisione che, secondo l’associazione, sarebbe ampiamente supportata dalla normativa esistente: “il quadro normativo nazionale e internazionale è chiarissimo e ci stupisce che i senatori Vita e Vimercati, commentando l’audizione, possano parlare di fragilità delle basi giuridiche su cui poggia il regolamento”.
La protesta degli utenti
Nel frattempo non si è placata la mobilitazione generale su Internet, avviatasi contro un provvedimento ritenuto di censura sul diritto d’autore in rete: l’associazione Agorà Digitale e l’organizzazione internazionale Avaz hanno inoltrato al presidente AgCom – ancora prima dell’audizione in Senato – i messaggi inviati dagli internauti e rivolti proprio alle commissioni Cultura e Industria: qualcosa come 50mila richieste affinché il Governo non affidi all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il potere di rimuovere contenuti solamente sospettati di violare il diritto d’autore.