Il nuovo emendamento al Decreto Semplificazioni per regolare l’unbundling obbligherebbe la disaggregazione dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia: l’organismo dei regolatori europei delle comunicazioni BEREC ha giudicato tale misura in contrasto con la normativa UE guardando con perplessità al processo di liberalizzazione in atto in Italia.
Il parere negativo del BEREC ha destato sorpresa presso Assoprovider, che vede in questo possibile stop una forte penalizzazione della libera concorrenza nel mercato italiano delle TLC.
«Secondo la normativa comunitaria, l’imposizione di regole, comprese quelle sull’accesso, sugli operatori è competenza esclusiva del regolatore nazionale, cioè di AgCom», spiega la nota dell’organismo europeo.
Il punto è che, secondo il BEREC, «i regolatori nazionali devono operare in maniera indipendente da qualsiasi altro organismo in relazione allo svolgimento dei loro compiti di regolamentazione», questo però senza tenere in scarsa considerazione la realtà del mercato italiano, in cui i principi di regolamentazione non sempre appaiono coerenti con il libero mercato tagliando fuori dai giochi larga parte delle PMI italiane.
Fino ad oggi, infatti,secondo Assoprovider il legislatore ha contribuito a creare un ambiente favorevole al mercato mono-operatore, piuttosto che costruire un mercato libero e concorrenziale.
In questo contesto la posizione rigida del BEREC non può che ingessare ulteriormente il mercato, sfavorendo «un’intera fascia di PMI italiane che sono completamente tagliate fuori da questa competizione economica», spiega Assoprovider.
«BEREC vuole fermare il processo di liberalizzazione del mercato italiano delle TLC – ammonisce Assoprovider» tutelando “gli operatori amici” piuttosto che fare gli interessi dei consumatori e del mercato.
Ecco perchè giunge dall’associazione un appello a Monti e al suo Governo, affinché «non si faccia intimidire da questo artefatto polverone».