Il decreto liberalizzazioni si appresta a essere esaminato dall’Aula del Senato, ma la Commissione industria ha pronti circa 2400 emendamenti.
Il premier Mario Monti ha dichiarato di non essere preoccupato per la valanga di richieste di modifica alle riforme su economia e professioni, ne chiede massimo 20-25 per gruppo e fa sapere che se dall’esame in Senato il testo dovesse uscirne completamente stravolto il Governo porrà la fiducia.
Inizia quindi una settimana decisiva per il decreto liberalizzazioni, le principali forze politiche hanno però dichiarato che cercheranno di ridurre drasticamente gli emendamenti con l’obiettivo di migliorare il testo del decreto sulle liberaralizzazioni.
Pier Ferdinando Casini dell’Udc ha dichiarato di essere pronto a ritirare tutti gli emendamenti presentati, mentre il Pd è pronto a «difendere la riapertura del capitolo liberalizzazioni dopo le marce indietro e la chiusura del governo Berlusconi e contro i tentativi di limitarne gli effetti da parte del centrodestra, e ad accelerare i processi previsti dal decreto del Governo, ma anche a rafforzare le liberalizzazioni su dieci grandi temi, a cominciare da banche, assicurazioni, farmaci e carburanti».
Sono infatti 10 i capitoli di intervento definiti dal Partito Democratico, che da solo ha presentato 620 proposte di correzioni al decreto liberalizzazioni, ma ora punta a ridurle ad un centinaio.
Nel capitolo banche le principali modifiche riguardano mutui, conti correnti e costi delle transazioni elettroniche, poi ci sono i capitoli su: assicurazioni e RCauto; energia e carburanti; trasporti; autorità di regolazione; tutela dei consumatori; tribunale delle imprese; professioni; farmacie; notai.