All’indomani della presentazione del Rapporto INAIL, la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro si conferma uno dei temi caldi di questi giorni: ieri Senato e Camera si sono espressi sullo schema del nuovo decreto legislativo per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Parere favorevole per le commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera, così come per la commissione Giustizia del Senato, che ha approvato la relazione di maggioranza, oltre a due punti cruciali della relazione di minoranza.
Si tratta della cancellazione della norma salva-manager e del recepimento di tutele per i lavoratori colpiti da malattie professionali, soprattutto dovute all’utilizzo di amianto.
Riferendo i risultati delle votazioni, il senatore Pd Felice Casson ha sottolineato come questi evidenzino la contrarietà dei senatori sia della maggioranza che dell’opposizione, all’impostazione del ministro Sacconi sul provvedimento, in particolar modo su questi due aspetti.
La commissione ha inoltre espresso parere negativo rispetto al generale abbassamento dei livelli di sicurezza e garanzie che il decreto comporta. Ricordiamo però che il parere della commissione non è vincolante per il Governo.
Nel bocciare la norma salva-manager, i deputati hanno ricordato la direttiva CEE 391 del 1989 che attribuisce al datore di lavoro la responsabilità di eventuali infortuni, anche se un lavoratore non adempie agli obblighi per la sicurezza sul lavoro. Possibili deroghe sono ammesse solo per eventi eccezionali, inevitabili anche in caso di attenta osservanza delle norme.
Il Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi ha inoltre dichiarato che verrà istituita “una sorta di patente a punti per le piccole imprese edili assimilabili ai lavoratori autonomi. Bisogna dare attenzione alle piccole medie imprese che caratterizzano il nostro Paese: con la patente verranno decurtati punti a seconda delle violazioni. Una volta esauriti i punti l’azienda potrà perdere l’abilitazione al lavoro anche se questa sanzione non potrà essere definitiva: ciò sarebbe incostituzionale”.