Frodi fiscali: stretta sui controlli alle imprese

di Noemi Ricci

Pubblicato 16 Giugno 2009
Aggiornato 5 Luglio 2013 15:06

logo PMI+ logo PMI+
Rivelati i risultati dei primi tre mesi di lotta alle compensazioni fiscali indebite, messa in atto dall'Agenzia delle Entrate per mezzo di una task force apposita: in fase di recupero 317 milioni di euro

Giro di vite sulle compensazioni fiscali indebite messe in atto da molte imprese. L’Agenzia delle Entrate ha infatti attivato nel 2009 una task force finalizzata ad arginare un fenomeno che ha raggiunto negli anni dimensioni preoccupanti.

Più in particolare gli obiettivi sono due: fermare l’utilizzo patologico delle compensazioni di imposta e combattere le frodi più complesse grazie all’analisi di posizioni ad alto rischio.

Le attività della task force Antifrode si concentreranno su
fenomeni quali creazione di società fittizie, attività illecite dei consulenti, emissioni di fatture per operazioni inesistenti.

Intanto, i direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha presentato ieri i risultati raggiunti nel primo trimestre 2009: in soli tre mesi sono state scoperte “comenpensazioni a rischio” per un totale di 317 milioni di euro e 180 milioni di compensazioni con un grado di rischio leggermente inferiore.

Oltre oltre 200 i soggetti coinvolti, il 56% dei quali concentrati in Lombardia, buona parte operanti nel settore dell’edilizia.

Ricordiamo che le compensazioni fiscali sono nate nel 1998 per dare la possibilità ai contribuenti di utilizzare crediti di imposte per pagare altre imposte, contributi previdenziali o premi assicurativi. Purtroppo però in molti casi viene invece utilizzato come strumento di evasione o frode.

Ad insospettire è stato l’aumento delle compensazioni (dai 23 mld del 2004 ai 29 mld del 2008), dei quali 17 mld sono compensazioni IVA e riguardano oltre 1,7 milioni di contribuenti. Una crescita che non appare coerente con i dati sul gettito.

Sono ottomila i soggetti sotto controllo per aver utilizzato nel modello F24 la compensazione crediti IVA per un ammontare complessivo di alcune centinaia di milioni di euro, non avendo poi presentato la relativa dichiarazione.