Riforma delle pensioni ai nastri di partenza, come anticipato da Elsa Fornero, ministro del Welfare nel Governo Monti, in occasione di una deliberazione pubblica del Consiglio Ue.
Una riforma delle pensioni «incisiva», improntata sui principi di rigore, crescita ed equità tra le generazioni, ma anche di flessibilità e sicurezza, ribattezzata «flexicurity».
Dialogo con le parti sociali
Il ministro del lavoro ha rassicurato le parti sociali, affermando di essere pronta al dialogo sulla riforma delle pensioni con un unico vincolo: il tempo.
Il segretario della Cisl, Raffele Bonanni, in risposta alle dichiarazioni della titolare del dicastero ha da subito ribadito che è necessario un incontro sulle misure anti-crisi «altrimenti noi faremo di tutto per dimostrare che anche questo governo è sulla scia di chi non vuole affatto trovare soluzioni che distinguono tra persone e persone». Bonanni ha poi incalzato dichiarando: «si parla di questo e quello senza discussione o confronto, se non informale, mi pare molto grave».
Contributivo pro rata e tetto dei 40 anni
Il ministro ha confermato: arriverà il «metodo contributivo pro rata per tutti, anche per quelli che finora si sono tirati fuori». Quindi un metodo di calcolo «basato sull’uniformità di trattamento».
Il tema caldo resta però quello degli interventi sui 40 anni di contributi perché, spiega il senatore del Pd Enrico Morando, «con il retributivo raggiunte le condizioni minime di pensionamento, finisco per essere svantaggiato, ci perdo se resto ulteriormente al lavoro.
Con il contributivo accade esattamente il contrario: più lavoro, più verso contributi e maggiore sarà la mia pensione».
Una modifica che per Morando è «necessaria per eliminare le differenze di trattamento e che funziona da formidabile incentivo economico per chi resta al lavoro».
Età pensionabile delle donne
Prevista poi anche una «accelerazione di alcuni sentieri di adeguamento, per esempio dell’età pensionabile delle donne, che erano già stati adottati dal governo precedente».