Quando non si parla tanto di Enteprise 2.0 ma di Web 2.sfruttato per scopi pseudo-commerciali, la conformità alle norme privacy è spesso difficile, in quanto il confine tra i due mondi diventa labile.
A questo scopo, il commissario europeo per i Media e la Società dell’Informazione, Viviane Reding, ha annunciato una serie di iniziative per garantire il diritto alla privacy all’interno di portali di social networking quali Facebook o MySpace, sempre più apprezzati anche in ambito aziendale, per interagire fra colleghi e anche solo per concedersi una pausa sul lavoro per ricaricare le energie.
La privacy deve rimanere priorità assoluta per provider ma soprattutto utenti, da contrapporre all’incipiente minaccia di un utilizzo improprio delle informazioni personali.
Come riuscirci? Attraverso azioni mirate a gettare le basi di una regolamentazione che scongiuri il rischio giungla a beneficio delle sole aziende e a scapito degli utenti/consumatori (visti come tali).
La Commissione ha quindi richiesto, ad esempio, che i profili dei minorenni vengano automaticamente nascosti e resi inaccessibili ai motori di ricerca, anche per evitare uno sfruttamento di questo target così ambito per scopi commerciali.
In generale, la Commissione ha dichiarato che prenderà provvedimenti contro quegli Stati membri che non proteggeranno la privacy degli utenti Internet: i cittadini europei hanno tutto il diritto di controllare come le proprie informazioni vengono utilizzate, e solo previo consenso personale.
L’attacco è quindi rivolto anche alle pubblicità mirate e ai nuovi sistemi di advertising, tanto strategici quanto remunerativi per le aziende, che archiviano e sfruttano i dati personali degli utenti magari con la promessa di offrire un servizio migliore.