Rifiuti elettronici, cambiano le regole RAEE

di Alessandro Vinciarelli

10 Marzo 2009 16:30

logo PMI+ logo PMI+
L'impianto normativo su raccolta e smaltimento dei prodotti elettrici ed elettronici richiede una rivisitazione. Per l'Europa si parla di riduzione dei costi e di maggiori livelli di sicurezza

Imminente la rivisitazione delle direttive 2002/95/Ce e 2002/96/Ce in tema di RAEE: ne è convinta la Commissione Ue, che ha presentato proposte concrete nel corso dell’ultimo Consiglio Ambiente sulle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e i relativi rifiuti.

Per quanto concerne la direttiva 2002/96/CE – adottata il 27 gennaio 2003 ed entrata in vigore dal 13 febbraio 2003 – i dati rivelano che oggi la raccolta differenziata Aee interessa circa il 65% dei prodotti, di cui solo la metà viene realmente trattato seguendo la prassi normativa. La percentuale rimanente segue un destino illegale, a volte addirittura esportato fuori Ocse.

C’è poi un ulteriore problema: per ragioni varie, non ultima una classificazione di prodotti e rifiuti poco chiara, i Paesi Membri hanno interpretato e recepito la normativa di riferimento in modi differenti, anche diametralmente opposti.

Per evitare incomprensioni e relative perdite di capitale e materie prime con un incremento del rischio aziendale, si ritiene quindi imprescindibile dotarsi di una nuova struttura normativa.

Un regime autorizzativo semplice, comprensibile ed efficace, dunque, nonchè valido sull’intero territorio comunitario.

La Commissione ha delineato uno scenario in cui ci si impegna a ridurre i costi amministrativi eliminando gli oneri previsti dalla norma e ritenuti superflui. Inoltre si prevede una maggiore efficacia attuativa, anche attraverso una migliore verifica sull’impiego delle disposizioni e sui comportamenti di opportunismo.

Rimane l’impegno ecologico, tanto da vedere intensificato il dibattito sulla riduzione dell’impatto ambientale a livello di raccolta, trattamento e recupero dei REEE: un impegno da da rafforzare entro il 2016.