Niente più restrizioni sui nomi a dominio per gli indirizzi Internet. questa la proposta avanzata dall’Icann, la società Internet per l’assegnazione di nomi e numeri su IP, la gestione dei protocolli di comunicazione sulla Rete e i nomi di dominio di primo grado.
In pratica, non esisteranno più solo le classiche estensioni .net .com .it e così via. Chiunque potrà – per esempio secondo il proprio interesse commerciale – assegnare al proprio sito l’estensione più indicativa e utile.
Oggi la decisione definitiva, nell’ambito della 32ª riunione internazionale di Parigi iniziata il 22 giugno e oggi in conclusione. La proposta dovrebbe diventare realtà già dal primo trimestre 2009, così che, da qui a un anno, potremo disporre online di nuovi domini dalle denominazioni più disparate.
Il rischio è quello di creare un caos nelle rete, però. Attualmente, i siti web sono classificati in base ad estensioni che ne rispecchiano la tipologia (commerciale, no profit, nazional, ecc.).
Più della metà dei 162 milioni di domini internet presenta dominio .net e .com, ma sono circa 250 le estensioni disponibili, da quelle nazionali come .it .uk etc. a quelle tematiche come .org .edu .info e così via.
Con il nuovo sistema, invece, chiunque potrà fare da sé., aziende comprese. Il vantaggio è sicuramente la maggiore libertà e la scelta più ampia di nomi, che potranno rispecchiare una specifica strategia commerciale o di matrketing, per esempio.
A sfavore, però, le stime sui costi: secondo Afnic – autorità di denominazione per i domini francesi – l’operazione costerà decine di migliaia di dollari. Questo perchè il focus si sposterà dalle autorità pubbliche alle società private, che erogheranno gli indirizzi.
Per non parlare poi dei diritti d’autore: non potrà essere consentito l’utilizzo di estensioni che abbiano il nome di marche note, celebrità e quant’altro.
Ricordiamo che l’Icann ha porposto anche l’assegnazione di nomi a dominio con caratteri non solo latini (arabo, cirillico, cinese ecc.).
Per il momento non è stata data alcuna comunicazione ufficiale in qeusto senso. Restiamo quindi in attesa di capire quale sarà il futuro della Rete.