Da una recente indagine dell’Osservatorio “Ict Accessibile e Disabilità” – costituito da Fondazione Asphi Onlus, Ict Institute e School of Management del Politecnico di Milano – emerge la tendenza generale, nelle Pmi ICT che impiegano personale disabile, a riservare ai dipendenti che lo compongono mansioni che non implicano affatto l’utilizzo e la conoscenza delle tecnologie informatiche aziendali.
Nelle imprese queste figure tendono a ricoprire funzioni di supporto, call center e customer service. Raramente, poi, vengono impiegati nei settori operations rlogistica o marketing e commerciale.
Per la maggioranza delle imprese, l’assunzione di personale disabile fa seguito alla necessità di adempiere ad obblighi previsti dalla legge 68/1999. Pochi hanno rivelato un reale desiderio di agire con responsabilità sociale.
Solo il 3% sembra essere mosso dalle capacità del candidato e risulta quasi irrilevante la percentuale di coloro che hanno fatto ricorso agli incentivi previsti dallo Stato per l’assunzione di disabili.
Lo studio, presentato al Politecnico, è stato effettuato tra il 2007 e il 2008 e ha visto coinvolti 97 responsabili delle risorse umane, 68 dei sistemi informativi e 1060 piccole e medie imprese. Nelle aziende, circa il 4% dei dipendenti presenta disabilità: 90% fisica, 6% uditiva, 2% visiva, 2% intellettiva.
Relativamente al livello gerarchico, occupano nella maggioranza dei casi il ruolo di impiegati, in quasi un terzo delle aziende vi sono anche dei quadri, nel 5% delle imprese occupano il ruolo di dirigenti.
A gestire il personale con disabilità principalmente le risorse umane spesso insieme ai diretti superiori, solo un 6% dei responsabili della funzione ICT ne risulta coivolto.
L’indagine ha evidenziato nel 25% delle imprese-campione sono presenti in azienda tecnologie assistive per computer (presenti in particolar modo in caso di disabilità visiva). Praticamente inesistenti, invece, quelle per cellulare (3%).
In pratica, l’inclusione di personale disabile viene visto più come un obbligo che come risorsa attiva, ben lungi dal raggiungimento degli obiettivi della legge 68/1999.