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Legge di Bilancio, 60 milioni per i caregiver

di Barbara Weisz

Pubblicato 27 Novembre 2017
Aggiornato 28 Novembre 2017 13:03

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Approvato emendamento alla Legge di Bilancio per finanziare leggi a favore dei caregiver, compresi i conviventi di fatto e i parenti e affini fino al secondo grado: 60 mln in tre anni.

Entra in Legge di Bilancio un Fondo per finanziare interventi a favore dei caregiver familiari: la commissione Bilancio del Senato ha approvato all’unanimità un emendamento alla manovra che stanzia 60 milioni per il triennio 2018-2020. In pratica, 20 milioni all’anno da destinare a norme per il «riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare». In pratica, non si sono ancora misure specifiche per valorizzare queste attività, ma sono stanziate delle risorse che dovranno servire a coprire futuri interventi normativi.

=> Caregiver familiare: chi è e che tutele sono previste

L’emendamento contiene la seguente definizione di caregiver familiare:

«persona che assiste e si prende cura del coniuge, di una delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 10 maggio 2016, n. 76, di un familiare di un affine entro il secondo grado, ovvero nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, anche di un familiare entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata continuativa ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 194, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18».

Come si vede, sono parecchie le novità rispetto alla definizione di caregiver a cui si applicano, ad esempio, il diritto all’APe sociale o alla pensione anticipata precoci.

=> APe caregiver e legge 104: chiarimenti INPS

Vengono inseriti non solo il coniuge e i parenti di primo grado (come nelle due misure appena citate), ma anche il convivente di fatto, i familiari e gli affini (i parenti del coniuge) fino al secondo grado (quindi fratelli e sorelle, nipoti e nonni, cognati e cognate, figli, genitori, nonni e nipoti del coniuge). Sono considerato caregiver anche i parenti entro il terzo grado (quindi, zii e zie, figli del fratello o della sorella, bisononni, pronipoti), solo in presenza di non autosufficienza e se i genitori e il coniuge abbiano più di 65 anni oppure a loro volta siano affetti da patologie invalidanti.

In pratica, la norma crea una riserva finanziaria che il legislatore potrà utilizzare per interventi normativi a favore dei caregiver. Prosegue in Commissione il voto sugli emendamenti, il testo della legge di Bilancio è atteso nell’aula del Senato mercoledì 29 novembre.