Si avvicina la sentenza della Corte Costituzionale sul diritto al rimborso pieno della pensione per coloro che sono stati penalizzati dalla mancata indicizzazione 2012 e 2013 delle pensioni superiori a tre volte il minimo, dichiarata illegittima dalla stessa Consulta. Il pronunciamento atteso riguarda i dubbi di costituzionalità sollevati da diversi tribunali sul decreto con cui il Governo ha risposto, sempre nel 2015, alla sentenza sul no alla mancata indicizzazione.
Un decreto (65/2015) che ha previsto una restituzione solo parziale delle somme per i trattamenti compresi fra tre e sei volte il minimo, mentre ha confermato il blocco della rivalutazione pensioni per gli assegni superiori a sei volte il minimo.
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Secondo anticipazioni di Pensionioggi.it, la Corte avrebbe in programma di arrivare a una decisione fra giugno e luglio oppure al più tardi alla ripresa autunnale, entro il prossimo mese di ottobre.
La nuova sentenza deve stabilire eventuali violazioni del principio di uguaglianza per il deteriore trattamento dei percettori di trattamenti pensionistici, lesione del principio di capacità contributiva, violazione dei principi della proporzionalità e adeguatezza della retribuzione (anche differita), violazione di obblighi internazionali derivanti dalla Cedu (la Corte europea dei diritti dell’uomo).
In parole più semplici, la Corte deve decidere se la restituzione solo parziale prevista dal decreto 65/2015 è legittima in base a quanto previsto dalla sentenza 70/2015 con cui la stessa Corte aveva sancito l’incostituzionalità della mancata perequazione. In quel caso, la motivazione fondamentale era stata rappresentata dalla violazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza di un blocco rivalutazione pensioni applicato a trattamenti oltre tre volte il minimo, non abbastanza alti per applicare prelievi di solidarietà.
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Il Governo aveva risposto con il decreto 65/2015, prevedendo la restituzione parziale della mancata indicizzazione attraverso un bonus una tantum, che è stato pagato ai pensionati nel successivo mese di agosto 2015, e una forma di rivalutazione delle pensioni a partire dal 2016.