Sentenza del Tar Lazio accoglie il ricorso presentato da alcune guide turistiche per l’annullamento del decreto 11 dicembre 2015 del Ministero dei Beni Culturali, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2016 e recante “Individuazione dei requisiti necessari per l’abilitazione allo svolgimento della professione di guida turistica e procedimento di rilascio dell’abilitazione”, nella parte in cui prevedeva nuovi esami per l’abilitazione per specifici siti individuati nel decreto ministeriale del 7 aprile 2015, limitandone le prestazioni nell’ambito di appartenenza.
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La decisione del Tar consente a tutte le guide abilitate di esercitare in ogni luogo d’Italia e d’Europa sta facendo discutere, considerando il fatto che l’Italia è un Paese particolare in quanto a presenza di beni artistici e culturali non paragonabile a nessun altro Paese in Europa che difficilmente potrebbero essere illustrati da una guida, per quanto preparata, non italiana.
Per Mariangela Palmisano di Confercontribuenti Turismo, nel settore del turismo italiano è necessario stabilire delle norme più chiare nel rispetto delle regole europee e ancora di più nel rispetto delle particolarità del nostro Paese:
“Si starebbe creando confusione tra la figura di accompagnatore e guida turistica nata quest’ultima per essere una figura professionale che possa illustrare,trasmettere le sensazioni, la storia e le emozioni di un luogo particolare. Gli unici probabilmente a trovare beneficio saranno forse grossi T.O. internazionali che alimenterebbero una guerra tra poveri per una strana legge di mercato ma a danno dell’utente che seppur tutelato dalla presenza costante di un’unica figura non saranno garantiti della vera conoscenza di un sito”.