Presentata il 31 gennaio alla Camera la proposta di legge: “Disciplina dei servizi per la tutela del credito” (Atto Camera 4261), che introduce importanti novità per il settore, tra i quali l’introduzione della formazione obbligatoria, nonché di un organismo di controllo e regolazione, che coinvolgerebbe tutte le parti interessate, garantendo così l’individuazione di soluzioni realmente condivise. L’organismo avrebbe anche il compito di rilasciare apposita autorizzazione per lo svolgimento delle attività.
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L’organismo di controllo sarebbe composto da sette componenti: uno indicato dal Ministero della Giustizia, che lo presiederebbe, due designati dalla CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti), un componente designato da Confindustria e da Rete Imprese Italia in rappresentanza delle società che maggiormente acquisiscono servizi di gestione del credito, un componente in rappresentanza delle associazioni di imprese finanziarie e bancarie e due indicati dalle organizzazioni di categoria che rappresenterebbero le società esercenti. Tutti nominati per tre anni, non rinnovabili.
Verrebbe inoltre istituito un fondo di solidarietà che interverrebbe in caso di obiettiva situazione di difficoltà del debitore, dovuta ad eventi imprevisti quali la perdita del posto di lavoro o il venir meno della capacità lavorativa del coniuge. Dunque in un momento di difficile crisi per eventi estranei alla propria volontà, o colpa, il fondo di solidarietà interverrebbe a saldare i debiti aiutando di fatto debitori e creditori.
In parallelo verrebbe operata una stretta nei confronti dei debitori morosi e recidivi, agevolando le operazioni di rintraccio del debitore irreperibile permettendo la anche l’accesso a banche dati sotto il controllo e alla vigilanza della Consap e nel rispetto delle norme sulla privacy.
Si tratta di un’iniziativa legislativa accolta con favore dal presidente Codacons e vice presidente dell’Osservatorio imprese e consumatori, Gianluca di Ascenzo, che spiega:
“Il settore del recupero è attualmente regolate dall’articolo 115 del Tulps (Testo unico leggi di pubblica sicurezza) risalente al 1931. Una legislazione antiquata che male si coniuga con l’attuale realtà economica e sociale italiana. La proposta di legge in materia di recupero crediti ha accolto pienamente le istanze dell’Osservatorio del quale sono Vicepresidente e introduce importanti cambiamenti che gioverebbero sia ai consumatori, sia ai creditori, sia alle aziende del comparto della tutela del credito. Una proposta, mi sento di dire, a vantaggio di tutti e della quale non posso non essere soddisfatto”.
Non vengono invece introdotti requisiti patrimoniali per le società per operare nel settore:
“Prevedere dei requisiti patrimoniali limiterebbe la concorrenza e taglierebbe fuori le piccole imprese. Le società di recupero crediti continueranno a dover soddisfare i requisiti già contenuti nell’articolo 115 del Tulps, ma diventerà essenziale anche lo svolgimento di corsi di aggiornamento per gli operatori del settore, così da garantire la conoscenza e il rispetto della normativa vigente e dei provvedimenti in materia di tutela del credito”, chiarisce D’Ascenzo.
Per D’Ascenzo il fatto che sia il Ministero della Giustizia a presiedere l’Organismo di controllo è fondamentale:
“Perché è evidente che le attività di tutela del credito presentano notevoli similitudini con quanto previsto dal decreto Alfano (D.Lgs. n. 28/2010) in materia di mediazione obbligatoria: le attività svolte dalle aziende di tutela del credito accompagnano creditori e debitori verso una composizione amichevole delle controversie evitando di pervenire a contenziosi. Non ritengo, inoltre, che il Ministero dell’Interno possa essere indicato quale organo competente in materia di recupero crediti. La storia degli ultimi anni ci insegna, infatti, che tale attività non ha mai creato problemi di ordine pubblico”.
D’Ascenzo fornisce anche il parere su un aspetto della proposta di legge del quale si è molto discusso: la possibilità di registrare le telefonate:
“Il settore purtroppo è caratterizzato da un grande numero di contenziosi giudiziali. Sono numerosissime le denunce che invadono commissariati, procure e questure. Prevedere la registrazione delle telefonate, effettuate e ricevute nel corso dei processi di sollecito e di recupero, nel rispetto del Codice privacy, limiterebbe questi contenziosi e aiuterebbe a individuare sia eventuali comportamenti scorretti, sia le società di gestione di crediti problematici che lavorano nel pieno rispetto del cittadino. Entrambe le parti (consumatori e società del settore) potrebbero, infatti, dimostrare il reale svolgimento della conversazione telefonica, senza possibilità di dubbi interpretativi. Una tutela per tutti insomma”.
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Ovviamente, nonostante la soddisfazione generale sulla proposta di legge che D’Ascenzo ritiene equilibrata e che vada incontro alle esigenze di tutte le parti coinvolte, il presidente Codacons e vice presidente dell’Osservatorio imprese e consumatori sottolinea come il testo sia ancora passibile di modifiche e miglioramenti questo grazie al coinvolgimento di tutti gli stakeholder del settore che avranno la possibilità di intervenire per proporre cambiamenti interventi migliorativi:
“Il comparto della tutela del credito ha la necessità di essere dotato di una regolamentazione solida che tuteli i consumatori, valorizzi le aziende che lavorano correttamente e permetta ai creditori di ricevere quanto dovuto. Tre obiettivi che potranno essere raggiunti solo se si lavora insieme, senza far prevalere gli interessi di parte. Dopotutto le buone leggi sono quelle a favore di tutti”.
Per informazioni, il testo del ddl; fonte: Osservatorio imprese consuma