Nuovo diritto d’autore: editoria online in allarme

di Anna Fabi

Pubblicato 14 Giugno 2016
Aggiornato 20 Febbraio 2019 14:54

Appello Anso agli editori contro le nuove regole sul diritto d'autore connesso ai frammenti di testo: si rischiano gravi limitazioni per l'editoria digitale.

Stanno per cambiare le regole sul diritto d’autore: le novità prevedono, di fatto, l’impossibilità di citare qualsiasi testo. Un danno per i piccoli editori e per il Digitale, secondo il presidente di Anso (Associazione nazionale stampa online) Marco Giovannelli, che lancia un appello agli editori per partecipare alla consultazione pubblica della Commissione Europea:

«Fate sentire la vostra voce contro i “diritti accessori” e fatelo al più presto, perché la consultazione organizzata dalla Commissione Europea chiuderà il 15 giugno».

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L’obiettivo è quello di opporsi alla creazione di un nuovo diritto sui “frammenti di testo” a livello europeo. facendo sentire la propria voce nell’ambito della consultazione sulla creazione del nuovo diritto connesso, una speciale tipologia di diritto d’autore.

«Tali nuovi diritti possono sembrare simili alla “tassa sui frammenti di testo” introdotta in Spagna e Germania, ma potrebbero risultare ancora più ampi e coprire non solo gli editori di notizie, ma anche gli editori di libri e riviste scientifiche e interessare non solo i frammenti di testo ma anche tutte le attività offline e online. Anso, insieme con un numero sempre maggiore di editori, si oppone alla creazione di un nuovo diritto sui frammenti di testo a livello europeo che penalizzerebbe gli editori tradizionali e l’editoria digitale».

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«Teoricamente, tutto questo viene fatto in nostro nome. Se gli editori che ritengono che si tratti di un errore non si fanno sentire, Bruxelles continuerà a pensare che gli editori sono a favore di questi nuovi diritti. Siamo nella posizione migliore per opporci e per indirizzare il dibattito verso misure che possano davvero sostenere l’editoria in Europa. Questi nuovi diritti non solo ci inimicheranno gli utenti di Internet e danneggeranno l’economia digitale, ma colpiranno anche gli editori».

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