Soggetti deboli sul lavoro, in arrivo una riforma

di Marianna Di Iorio

17 Luglio 2007 16:50

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Il Ministero del Lavoro ha presentato un documento dove vengono riassunti alcuni interventi futuri in materia di tutela dei soggetti deboli sul mercato del lavoro

Un modello di Welfare che rispetta le specificità dei singoli settori. In questo modo viene definito, da Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Cna e Casartigianati, il documento presentato ieri dal Ministero del Lavoro.

Il testo in questione riassume le politiche di prossima attuazione in merito alla tutela dei soggetti deboli sul mercato del lavoro. In particolare, tre sono i temi a cui è stata rivolta l’attenzione: ammortizzatori sociali, giovani e donne.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, la riforma punta ad un loro rafforzamento e all’estensione delle tutele per tutti i soggetti che fino a questo momento non ne hanno avuto.

In particolare, l’appartenenza sociale, la dimensione di impresa e la tipologia dei contratti di lavoro non saranno elementi di esclusione.

Le Confederazioni rendono noto di aver apprezzato l’intento del Ministro del lavoro di creare un sistema di ammortizzatori sociali che «non estenda la cassa integrazione guadagni alle piccole imprese attualmente escluse e non si traduca in aumenti del costo del lavoro».

Il Governo intende stanziare una quota di 700 milioni di euro per effettuare, in un primo momento, dei miglioramenti in materia di disoccupazione, puntando l’attenzione principalmente sui giovani.

Per quanto riguarda i giovani, inoltre, saranno sostenute le carriere discontinue e saranno attivati interventi per migliorare le future prestazioni pensionistiche.

La riforma riguardante le donne punterà, infine, a proseguire con le iniziative, già avviate con la Finanziaria 2007, in merito alla riduzione del cuneo fiscale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale femminile, residente principalmente nelle aree del Mezzogiorno.

Inoltre, saranno adottati sistemi di raccolta e di elaborazione dei dati per far emergere eventuali discriminazioni di genere.