I dipendenti che segnalano eventuali illeciti o irregolarità commesse dalla propria azienda e di cui siano venuti a conoscenza nel corso del proprio rapporto di lavoro saranno tutelati per legge e non potranno subire ritorsioni, come ad esempio il trasferimento ad altro incarico. È quanto prevede la proposta di legge 3365-A “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato”.
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La proposta di legge, dopo aver ottenuto il via libera della Camera con 281 sì, 71 no e 18 astenuti, è attualmente all’esame del Senato.
Presentata su iniziativa dei deputati Businarolo, Agostinelli, Ferraresi e Sarti, la proposta si basa sull’esperienza sperimentata con successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove l’attività di segnalazione “protetta” prende il nome di “whistleblowing” e prevede un ruolo rilevante all’Autorità Nazionale AntiCorruzione (ANAC).
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In base alla proposta, dunque, la protezione per chi denuncia gli illeciti si applica non soltanto a chi opera nel settore pubblico ma anche nel privato, dove più spesso operano figure meno strutturate, come collaboratori e consulenti. Ovviamente, la tutela si estende a questi lavoratori anche nel caso in cui operino fornendo servizi alla PA, nel cui ambito dovessero venire a conoscenza di irregolarità.