In vigore dal 9 dicembre il tetto unico alle commissioni interbancarie per i circuiti Visa, Mastercard e Pagobancomat: 0,3% del valore dell’operazione per le carte di credito, 0,2% per i pagamenti via bancomat. Lo prevede il Regolamento UE 751/2015, da cui sono escluse le carte non bancarie, come American Express e Diners, che continuano ad applicare le proprie commissioni.
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Per ciascuna operazione, in assenza di diversi accordi fra le parti, la commissione a carico degli esercenti è pari a 0,50 euro (dal 1° luglio 2014).
L’obiettivo della direttiva comunitaria è di incentivare l’uso della moneta elettronica, andando potenzialmente incontro a imprese (in primis del commercio) e professionisti, soprattutto visto l’obbligo di accettare pagamenti oltre i 30 euro con POS. Le associazioni dei consumatori stimano un potenziale risparmio totale di circa 7 miliardi l’anno, di cui il 90% a vantaggio dei commercianti e il 10% dei consumatori. Ma i vantaggi reali sono stabiliti solo per le banche: l’effetto a catena su esercenti e clienti è solo teorico.
Dunque, la misura comporta vantaggi soprattutto per gli esercenti, con scarsi benefici per i consumatori. Se infatti per i negozianti il risparmio è immediato, corrispondendo alla differenza fra vecchi e nuove commissioni, per i clienti è solo teorico, legato alla possibilità non obbligatoria di uno sconto sui prodotti. E’ così che Adusbef e Federconsumatori hanno espresso la loro perplessità in merito:
«i nuovi limiti decisi dall’Ue difficilmente si tradurranno in una riduzione dei prezzi di beni e servizi, essendo noto l’agire degli esercenti, che per rifarsi dai costi delle tariffe bancarie, tendono ad addossare sui consumatori i costi delle transazioni».
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E mentre si attendono sviluppi sul destino degli emendamenti in manovra 2016 sui pagamenti elettronici, ecco alcuni dati di mercato: su 100 miliardi di transazioni in Europa nel 2013, il 43,5% è stato effettuato mediante 760 milioni di carte di pagamento in circolazione, che sono circa 1,5 per abitante (43,5 miliardi di euro). Per quanto riguarda le altre operazioni, il 26,5% avviene tramite bonifici bancari (26,5 miliardi), il 24% con bancomat o carte prepagate (24 miliardi), il 4% tramite assegni (4 miliardi), il 2% tramite moneta digitale (2 miliardi).