Agevolazioni contributive per le imprese, riforma del mercato del lavoro da affrontare assieme alle parti sociali, un piano di dismissioni, interventi di liberalizzazione per le professioni e sulle pensioni: sono i principali punti del Piano anti-crisi del Governo che il premier Silvio Berlusconi ha presentato ai partner europei a margine del G20 di Cannes. Niente patrimoniale, nessun prelievo forzoso sui conti correnti.
Il provvedimento verrà presentato sotto forma di maxi-emendamento alla Legge di Stabilità, in corso di approvazione al Senato, e sarà blindato dal voto di fiducia.
L’emendamento omnibus arriverà in Senato l’8 o 9 novembre, con richiesta di fiducia per ridurre i tempi di approvazione a Palazzo Madama (massimo 15 giorni) e poi bisognerà andare alla Camera (non è chiaro se anche in questo caso il governo chiederà la fiducia).
Questo l’iter di un provvedimento per la crescita economica dal quale sembra dipendere la stessa sopravvivenza del governo. Fra ieri e oggi si è svolto un giro di consultazioni al Quirinale, dal quale sembra emergere una sostanziale tenuta di una maggioranza che però ha fatto fatica, per l’ennesima volta, a trovare l’accordo su un provvedimento economico.
Emblematica la scelta del maxi-emendamento, dopo che il governo ieri era sembrato intenzionato a scegliere la più veloce strada del decreto.
Ma al di là dell’iter e dei risvolti politici, pur fondamentali, vediamo cosa dovrebbe prevedere questo provvedimento. Il condizionale è d’obbligo perchè non c’è ancora una formulazione ufficiale del maxi-emendamento.
Testo del Maxi-emendamento alla Legge di Stabilità
I contenuti in parte sono trapelati dal consiglio dei ministri di ieri sera e in parte sono stati illustrati oggi da Berlusconi ai leader europei.
Per quanto riguarda imprese e mercato del lavoro, (tema molto caldo, soprattutto in tema di licenziamenti facili, come sono state chiamate le regole delineate nella lettera della settimana scorsa a Bruxelles), Berlusconi ha specificato che intende aprire un tavolo con i sindacati. Non è chiaro se e quali provvedimenti saranno contenuti nel maxi-emendamento e cosa sarà eventualmente previsto in una successiva riforma.
Secondo quanto trapela, fra le misure allo studio c’è il licenziamento dei dipendenti pubblici in esubero che non accettino entro due anni proposte di impiego.
E ci sono agevolazioni contributive per le imprese, ad esempio sulle assunzioni dei giovani e delle donne. Si parla anche della possibilità di deduzioni Irap sul costo del lavoro variabile, riconducile agli accordi aziendali.
Sempre riguardo alle imprese, si parla di incentivi fiscali per chi partecipa alle grandi opere.
Relativamente certa sembra essere il piano di vendita di beni dello stato. Secondo quanto previsto dalle lettera a Bruxelles della scorsa settimana, si tratterebbe di dimissioni per circa cinque miliardi l’anno.
Berlusconi avrebbe anche confermato l’intenzione di innalzare l’età pensionabile a 67 anni entro il 2026.
Verrà anticipata la liberalizzazione degli orari nei negozi, sono previste misure sulle tariffe degli ordini professionali, liberalizzazione dei servizi pubblici locali (ma sembra che ci sia il divito di cedere le municipalizzate dell’acqua).