Una tettoia per proteggere portone e scale di entrata ha bisogno di un progetto tecnico o basta una semplice domanda in Comune?
La realizzazione di una tettoia per proteggere il portone e le scale di ingresso può rientrare in diverse casistiche a seconda delle dimensioni, dell’impatto estetico, della tipologia di costruzione e delle normative locali.
In Italia, infatti, la normativa di riferimento principale è il Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. n. 380/2001), integrato dalle dispoizioni tecniche contenute nei regolamenti edilizi locali e nei piani urbanistici comunali.
E in base a queste norme, le tettoie possono essere classificate come opere edilizie minori o come opere che richiedono un titolo abilitativo specifico, a seconda delle loro caratteristiche.
Se la tettoia ha dimensioni ridotte e non modifica significativamente l’aspetto estetico della facciata, potrebbe essere considerata un’opera edilizia minore, rientrante nella categoria degli interventi di manutenzione ordinaria. In questo caso, potrebbe essere sufficiente una comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), presentata al Comune senza necessità di un progetto tecnico complesso. Tuttavia, è sempre necessario che la tettoia rispetti le distanze dai confini e dalle costruzioni vicine, nonché le altezze e le dimensioni massime previste dal regolamento edilizio comunale.
Peraltro, il Decreto Salva Casa 2024 (D.L. n. 65/2024), convertito in legge con modifiche, ha introdotto diverse semplificazioni nel campo dell’edilizia, specialmente per interventi di modesta entità come la realizzazione di tettoie e pergolati. In particolare, una delle novità rilevanti è la ridefinizione di alcuni interventi come “attività di edilizia libera”, che non richiedono più permessi o autorizzazioni specifiche, salvo in alcuni casi particolari.
Se la tettoia ha dimensioni maggiori o comporta modifiche sostanziali all’estetica della facciata, l’intervento potrebbe essere classificato come “nuova costruzione” o “ristrutturazione edilizia”, richiedendo quindi un titolo abilitativo più complesso, come la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) o, in alcuni casi, il permesso di costruire. In queste situazioni, è necessario un progetto tecnico redatto da un professionista abilitato (architetto, ingegnere, geometra), che garantisca il rispetto delle normative urbanistiche, edilizie e antisismiche.
È fondamentale verificare le disposizioni del Piano Regolatore Generale (PRG) o del Piano Urbanistico Comunale (PUC) del Comune in cui si trova l’immobile, poiché queste normative possono prevedere specifiche restrizioni o indicazioni sull’installazione di tettoie, come ad esempio vincoli paesaggistici o ambientali, specialmente se l’immobile è situato in un’area di particolare pregio storico o naturale.
Se vi sono dubbi sulla classificazione dell’intervento, è consigliabile consultare un tecnico (architetto, ingegnere o geometra) per valutare la necessità di un progetto e per la presentazione della pratica edilizia corretta. In base alla valutazione, si dovrà procedere con la presentazione di una CILA, SCIA o richiesta di permesso di costruire, a seconda delle indicazioni del Comune.
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Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi