Se un collega decidesse di effettuare privatamente un test sierologico per il Covid (dopo che l’azienda presso cui lavora lo aveva già fatto non solo a lui ma a tutto il personale prima del rientro post lockdown) e questo secondo test risultasse positivo (indicando quindi che il collega magari asintomatico ha lavorato con il Covid) sarebbe tenuto ad avvertire l’azienda ed i propri colleghi della possibilità di contagio?
Direi che in questo caso bisogna seguire le regole anti-Covid sulla gestione di persone sintomatiche in azienda previste dal protocollo condiviso con imprese e sindacati, allegato al Dpcm dello scorso 11 giugno.
Se il collega è positivo al test sierologico (nel senso che l’esame indica la presenza del virus in corso), il collega dovrebbe avvertire l’ufficio del personale, che può così avvisare le autorità sanitarie competenti per attivare eventuali misure di sicurezza in azienda.
Dopo le comunicazioni necessarie, l’azienda collabora con le autorità per la definizione degli eventuali “contatti stretti” della persona risultata positiva al COVID-19, per consentire di applicare le necessarie e opportune misure di quarantena. Nel periodo dell’indagine, l’azienda potrà chiedere agli eventuali possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente lo stabilimento, secondo le indicazioni dell’autorità sanitaria.
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Diverso è il caso (che, se capisco bene, è quello da lei indicato) di una persona risultata positiva agli anticorpi di lunga durata. Questo indica che la persona ha avuto il virus ma non lo ha più, immune perchè ha sviluppato gli anticorpi. E’ comunque opportuno avvertire l’ufficio del personale nel caso in cui la positività sia intervenuta successivamente alla ripresa dell’attività lavorativa, perché potrebbe esserci stato un periodo di rischio contagio. L’ufficio HR, nel rispetto delle normative sulla privacy, avvertirà le autorità sanitarie per effettuare gli eventuali controlli.
In ogni caso, sempre in base al protocollo sopra citato, le aziende dovrebbero aver già previsto un’informativa a tutti i dipendenti su come comportarsi in questi casi. E dovrebbe anche esserci un comitato per la verifica delle regole, aziendale oppure territoriale.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz