Viste le possibili penalizzazioni in caso di pensione anticipata, se si decide di rimanere in servizio fino al massimo possibile, cioè 70 anni con 50 di contributi (40 retributivo e 10 di contributivo), nel calcolo pensione ci saranno incentivi o si subisce ugualmente delle penalizzazioni?
Escludo nel modo più assoluto che la permanenza al lavoro fino a 70 anni, con 50 anni di versamenti contributivi, possa comportare penalizzazioni sull’assegno previdenziale. Come lei giustamente rileva, le possibili penalizzazioni di cui si parla riguardano esclusivamente particolari forme di pensione anticipata.
Chi va in pensione di vecchiaia prende l’assegno pieno. A maggior ragione, questo vale per chi resta al lavoro fino a 70 anni (quindi, oltre l’età per la pensione di vecchiaia, che nel 2019 sarà a 67 anni). Stesso discorso per la pensione anticipata: chi sceglie questa ipotesi con il requisito pieno (43 anni e tre mesi dal 2019 per gli uomini, un anno in meno per le donne) non avrà decurtazioni dell’assegno.
I tagli di cui si parla al momento riguardano esclusivamente le ipotesi di pensione anticipata con la quota 100, in anticipo rispetto ai 67 anni previsti per la pensione di vecchiaia. Esempio: un lavoratore che si ritira con la quota 100, avendo 64 anni di età, avrebbe un taglio dell’assegno proporzionato ai tre anni di anticipo sull’età prevista per la pensione di vecchiaia. Ipotizzando che la decurtazione sia dell’1,5%, nel caso esposto la riduzione sarebbe pari al 4,5%.
Ma ripeto, non riguarda in alcun modo chi raggiunge invece l’età necessaria per la pensione di vecchiaia. Fra l’altro, nel caso da lei esposto ci sarebbero anche 50 anni di contributi, superando quindi di gran lunga non solo il requisito per la pensione anticipata, ma anche quello per la pensione anticipata piena.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz