Nel Decreto Lavoro del governo Renzi c’è anche una vera e propria riforma del DURC: i 5 milioni di imprese che nel 2013 hanno dovuto produrre il documento unico di regolarità contributiva d’ora, in poi non dovranno più fare niente. Il DURC viene dematerializzato: l’appaltante, o chi effettua il controllo, dovrà rivolgersi in via telematica agli enti in possesso delle informazioni in grado di attestare la regolarità dell’impresa (INAIL INPS e Casse Edili). L’esito dell’interrogazione sostituisce il DURC e resta valida per 120 giorni.
=> Vai allo Speciale DURC
Abolizione DURC entro 60 giorni
La nuova norma è contenuta nel Decreto approvato in CdM il 12 marzo. Perché diventi operativa sarà necessario un apposito decreto ministeriale attuativo entro 60 giorni. Si tratta di un cambiamento epocale: l’impresa non è più tenuta ad alcun adempimento e il DURC non sarà più un documento bensì un’interrogazione informatizzata (valida 4 mesi).Un’opera di semplificazione (per non dire abolizione) di una passaggio burocratico da anni al centro di critiche e tentativi di riforma. L’ultimo cambiamento lo aveva prodotto il Decreto Fare (Dl 69/2013), estendendo la validità da 90 a 120 giorni. Ora si attendono i chiarimenti del DM per capire cosa comporta la dematerializzazione per un’impresa che partecipa a una gara d’appalto.
Regolarità più facile
Nel frattempo, una seconda piccola boccata d’ossigeno: al fine della regolarità contributiva si prenderanno in considerazione i pagamenti scaduti fino all’ultimo giorno del secondo mese precedente a quello in cui la verifica è effettuata. Significa, in parole semplice, che c’è un periodo cuscinetto di un paio di mesi rispetto alla regola attuale, secondo cui l’impresa per essere in regola deve aver versato i contributi dell’ultimo mese per il quale è scaduto l’obbligo di versamento.