Entro gennaio il Governo deve adottare un provvedimento per il riordino delle detrazioni IRPEF 19%: diversamente, scatterà un taglio lineare in base al quale per l’anno d’imposta 2013 (dichiarazioni dei redditi 2014) le detrazioni fiscali scenderanno al 18% e l’anno dopo al 17%. Lo prevede la Legge di Stabilità, (articolo unico, commi 575 e 576).
Detrazioni 2014
L’obiettivo è di assicurare maggiori entrate pari a 488,4 milioni di euro per il 2014, 772,8 milioni per il 2015 e a 564,7 milioni a decorrere dall’anno 2016. I tempi sono stretti e, secondo le indiscrezioni, Palazzo Chigi sta prendendo in considerazione le seguenti ipotesi:
- taglio selettivo per fasce di reddito,
- abolizione per tutti di alcune detrazioni,
- recupero dei fondi altrove,
- optare per il taglio lineare al 18%.
Quale che sarà la soluzione scelta, la decisione va presa entro il 31 gennaio o scatterà il taglio lineare per tutti, oltre tutto retroattivo (nel senso che riguarda già i redditi 2013). I modelli di dichiarazione fiscale 2014 continuano a prevedere detrazioni al 19% per tutti: se si sceglierà di reperire altrove i 500 milioni mancanti allora potranno restare come sono, altrimenti bisognerà rivedere pure quelli.
Taglio lineare
Inutile dire che l’ultima soluzione vanificherebbe “sforzi” come il taglio del cuneo fiscale (oltretutto già molto limitato). Fra l’altro, pare che il taglio lineare (detrazioni al 18% per tutti dal primo febbraio 2014) non basti neppure ad assicurare il gettito di 488 milioni: le detrazioni IRPEF 2011 (ultimi dati ufficiali disponibili) hanno comportato un risparmio di 5,5 miliardi di euro per circa 19 milioni e mezzo di contribuenti. Tagliandole di un punto, si assicurerrebe un gettito aggiuntivo di 288 milioni di euro per il 2014, 200 in meno del necessario. Il provvedimento comporta anche un problema di scarsa equità: il taglio lineare comporta in media un aggravio di imposta di 15 euro per contribuente, ma i calcoli per fascia di reddito mostrano un aggravio di 9,5-10 euro per le fasce fino a 10mila euro l’anno, che sale a 10-15 euro per i redditi fino a 26mila e così via fino a 45 euro per chi guadagna oltre 300mila euro l’anno. Significa che per reddito fino a mille euro pagherebbe lo 0,19% in più, mentre l’aggravio per un reddito alto sarebbe dello 0,014%.
Taglio selettivo
Tutto questo farebbe propendere per l’ipotesi di taglio selettivo che escluderebbe ad esempio i redditi fno a 30mila euro permettendo loro di applicare le detrazioni attuali (14 milioni di contribuenti). Si pensa a detrazioni al 18%, per chi dichiara fra 30 e 60mila euro e al 17% sopra i 60mila euro di reddito. Altra ipotesi è di modulare l’agevolazione in base agli scaglioni di reddito, ad esempio salvaguardando i redditi fino a 15mila euro. L’ultima ipotesi allo studio è di eliminare per tutti alcune detrazioni IRPEF, ma con molta cautela: la legge impone di tutelare i soggetti invalidi, disabili o non autosufficienti.