Tutti in rivolta contro il Decreto IMU con cui il Governo ha abolito il saldo di dicembre sulle prime abitazioni ma con un conguaglio a gennaio a carico dei contribuenti che hanno casa nei Comuni con aliquota 2013 più alta dello 0,4% standard. La protesta fa già ipotizzare una correzione in extremis, magari facendo scendere il peso del tributo a carico dei cittadini dal 50 al 40% della differenza fra aliquote. Ma non basta: sindaci e contribuenti chiedono allo Stato a mantenere l’impegno preso pagando l’intero gettito IMU mancante.
Il conto da pagare
Quanto costerà ai contribuenti il conguaglio IMU di gennaio? La stangata media per la UIL è di 42 euro a famiglia variando da città a città in base alle delibere: 73 euro a Milano, 40 euro a Bologna, 38 euro a Napoli, 31 a Genova, 21 ad Ancona, 31 a Verona. La Cgia di Mestre calcola che i proprietari di prime case pagheranno a metà gennaio un importo massimo che potrà oscillare tra 71 e 104 euro. La stima si basa sull’ipotesi peggiore (aliquota allo 0,6%), rapportata a due tipologie di abitazione media:
- categoria A2 (civile): aggravio di 209 euro, di cui 104 a carico del contribuente.
- categoria A3 (economico): aggravio di 142 euro, di cui 71 a carico del contribuente.
Le scadenze
Il conguaglio IMU non risolve l’eccessiva vicinanza delle scadenze fiscali: il governo ha rinviato al 10 dicembre il versamento degli acconti IRES ma il saldo IMU per le seconde case e le imprese è ancora al 16 dicembre nonostante i Comuni abbiano tempo fino al 9 dicembre per modificare le aliquote, da applicare subito al saldo. E nessuno crede che decideranno di ridurle per venre incontro ai cittadini: piuttosto la richiesta è che sia il Governo ad assumersi la responsabilità della sua scelta di abolire l’imposta 2013.
I Comuni
Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente ANCI (Associazione Comuni Italiani) chiede a Letta un incontro per fare chiarezza e al Governo di onorare «gli impegni assunti»: i contribuenti non pagano l’IMU 2013 sull’abitazione principale e ai Comuni viene garantito il mancato gettito. Durissimo Giuliano Pisapia primo cittadino di Milano, che parla di «scontro istituzionale»: «se si prende un impegno, si mantiene: non è giusto che siano i cittadini a pagare, faremo tutto quanto in nostro potere perché non accada». I Comuni che hanno aumentato l’aliquota non hanno fatto «un azzardo ma applicato una norma dello Stato, fatta perché il governo nel suo insieme ci ha ripetutamente rassicurato sull’intera copertura del gettito 2013. Sindaci di ogni colore politico hanno ritenuto di doversi fidare». Da Napoli, il sindaco Luigi De Magistris: «non ci possono chiedere di imporre ai cittadini il pagamento della tassa a gennaio 2014», è il Governo, dopo aver deciso l’abolizione IMU a dover garantire «la totale copertura finanziaria di questa operazione, perché si tratta di un fondamentale principio di contabilità finanziaria oltre che di una fondamentale questione di giustizia».
Le banche
Gli istituti di credito, infine, se la prendono con il rialzo IRES (al 36%) e degli acconti IRES e IRAP (al 130%, su banche e assicurazioni). Commenta Antonio Patuelli, presidente dell’ABI: «ogni appesantimento della pressione fiscale sul comparto bancario pesa non solo sulle banche ma sul complesso dell’economia produttiva e non favorisce certo gli esami che nel 2014 saranno effettuati con modelli unici in tutta Europa e su tutte le banche europee». Iniziano ad arrivare i primi report sull’impatto che le novità fiscali potrebbero avere sui bilancio degli istituti: Intermonte calcola un effetto negativo sugli utili fra il 15 e il 20% per gli istituti di credito e fra il 10 e il 15% per le compagnie di assicurazione.