Tassa sui rifiuti: rincaro TARI fino al 600%

di Barbara Weisz

Pubblicato 5 Novembre 2013
Aggiornato 14 Novembre 2013 15:00

logo PMI+ logo PMI+
Stangata in arrivo per negozianti e artigiani con il passaggio dalla TARSU alla TARI: i calcoli di Confcommercio sulla tariffa rifiuti integrata nella nuova tassa comunale TRISE, introdotta dalla Legge di Stabilità 2014.

Bar e ristoranti rischiano di pagare nel 2014 una tassa sui rifiuti più cara del 500% rispetto agli anni precedenti, i fruttivendoli addirittura del 600%: i calcoli sono firmati dall’Ufficio Studi Confcommercio, che ha analizzato gli effetti della nuova TARI, tassa sui rifiuti prevista dalla Legge di Stabilità (articolo 19): insieme alla TASI formerà la Service Tax municipale, chiamata TRISE.

Confcommercio rileva che l’82% dei Comuni nel 2013 applica la TARSU, il 16% utilizza la TIA e il 2% la TARES. Il passaggio alla TARI da gennaio comporterebbe «un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290% e per alcune tipologie di attività incrementi medi di quasi il 500%, come per la ristorazione, o addirittura superiori al 600%, come per l’ortofrutta e le discoteche»:

Esercizio commerciale superficie media vecchia TARSU nuova TARI rincaro
Discoteche, night club 200 mq 558,90 Euro 4.373,91 Euro +682%
Ortofrutta, pescherie, fiori, pizza al taglio 100 mq 401,35 Euro 3.008,40 Euro +650%
Ristoranti, pizzerie, trattorie 200 mq 802,70 Euro 4.674,98 Euro +482%
Bar, caffè, pasticceria 100 mq 401,35 Euro 1.661,29 Euro +314%
Supermercato, macelleria, generi alimentari 300 mq 1.204,05 Euro 3.477,60 Euro +188%
Albergo senza ristorante 200 mq 386,40 Euro 840,92 Euro +118%
Distributori di carburante, campeggi, impianti sportivi 3mila mq 5.461,35 Euro 10.329,30 Euro +89%
Edicola, farmacia, tabacchi 30 mq 103,50 Euro 183,20 Euro +77%
Negozi abbigliamento, cartoleria, calzaturelibrerie, ferramenta 200 mq 690 euro 1.007,63 Euro +46%

TARI 2014

La quota di tassa relativa ai rifiuti si paga con tariffa annuale determinata dal Comune, moltiplicando costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, applicando uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa dei rifiuti, che tuttvia potrebbero essere fuorvianti, facendo schizzare alle stelle la tassa (rincari fino al 600%). Rileva infatti Confcommercio che il principio comunitario “chi inquina paga” viene applicato secondo criteri presuntivi più che verificando la quantità di rifiuti prodotta.Da qui la necessità di revisionare i coefficienti, altrimenti si rischia di ripercorrere la stessa, poco auspicabile, strada già intrapresa con il passaggio dalla TARSU alla TIA, che ha determinato aumenti fino al 200% generati «da una non adeguata determinazione dei coefficienti potenziali di produzione».

Riforma della tassazione

Confcommercio chiede che la struttura del prelievo rifletta in modo puntuale la produzione di rifiuti da parte di utenze domestiche e non; che si ridefiniscano indici e voci di costo per determinare i coefficienti ripartiendo tra quota fissa e variabile e tra componente domestica e non; che vengano redatte linee guida per individuare una range di costi a copertura del servizio, per garantire uniformità sul territorio:

  • Costi del servizio: introdurre valori standard o range dal quale i Comuni non possano discostarsi.
  • Utenze: criteri oggettivi per la ripartizione del peso del nuovo tributo tra quelle domestiche e non.
  • Coefficienti: da presunzione a determinazione, con campagne di pesatura che rispecchino la reale produzione di rifiuti.
  • Agevolazioni/riduzioni: criteri premiali per la raccolta differenziata, alleggerire il carico sulle attività a elevata produzione di rifiuto differenziato, considerare la stagionalità di alcune attività.

Infine, c’è un appello dei commercianti di Milano che riguarda questo 2013: la TARES è più cara della tassa 2012, un bari di 100 mq che l’anno scorso pagava 2.500 euro quest’anno ne sborserà 4.500. La richiesta a Palazzo Marino: pagare a rate senza mora e prevedere sconti sulla Cosap, l’imposta di occupazione del suolo pubblico.