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Ddl Stabilità: Tasi e Trise peggio dell’IMU

di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Ottobre 2013
Aggiornato 7 Novembre 2013 09:51

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Le imprese edili bocciano le nuove Tasi e Trise, che portano aggravi fino al 70% rispetto al 2013: i calcoli per aziende e famiglie, con le proposte di emendamento alla Legge di Stabilità.

Le novità in materia di tasse sulla casa contenute nella Legge di Stabilità non piacciono costruttori edili: l’ANCE e Confedilizia, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, non hanno risparmiato critiche al meccanismo della nuova Trise, che abbinato all’IMU (su immobili non prima casa) e al ritorno dell’IRPEF fondiaria, comporta un appensantimento burocratico e disincentiva gli investimenti nel settore immobiliare già crisi. 

ANCE: IMU vs. Trise

Il presidente dell’ANCE Paolo Buzzetti rileva il rischio di aumento oneri fino al 70% con la Trise, su seconde case sfitte ed anche su prime case (su cui viene tolta l’IMU), esempi di calcolo alla mano nel confronto 2014 – 2013 (ipotizzando l’abolizione IMU prima casa prima e seconda rata): su un immobile di 60 mq in zona semicentrale di Roma (rendita 850 euro, valore 140mila euro):

  • abitazione principale, nel 2013 si paga 168 euro (150 di Tares, 18 euro di maggiorazione Tares). Nel 2014 si paga 290 euro (150 di Tari sui rifiuti, 140 di Tasi sui servizi che ingloba l’IMU, in questa proiezione calcolata con l’aliquota minima 0,1%). Significa 122 euro in più (+72%).
  •  seconda casa sfitta, nel 2013 si paga 1.652 euro (1.484 di IMU, 150 di Tares, 18 di maggiorazione). Nel 2014 si paga 1.970 (1.484 di IMU, 150 di Tari, 140 di Tasi, 196 di Irpef (aliquota 33%). Sono 318 euro in più (+19%).
  • seconda casa locata, nel 2013 si paga 3.920 euro (1.652 più 2.268 di Irpef (cedolare secca al 21%). Nel 2014 si paga 4.042 euro (1.484 di IMU, 150 di Tari, 140 di Tasi e 2.268 di cedolare secca). Sono 122 euro in più (+3%).

Ci sono 4 prelievi fiscali diversi sul possesso dell’immobile, una complicazione burocratica che in più disincentivo all’investimento immobiliare, che invece andrebbe sostenuto con misure incentivanti come:

  • deducibilità IRPEF dei costi d’acquisto,
  • incentivi all’affitto per imprese locatrici (cedolare secca)
  • detassazione permute tra vecchi fabbricati e nuove costruzioni ad alta efficienza energetica
  • esenzione Tasi per immobili invenduti delle imprese, come per immobili merce dalla seconda rata IMU 2013
  • agevolazione per trasferimenti di immobili (programmi di edilizia residenziale, imposta di registro all’1%), che in mancanza di proroga decade il primo gennaio 2014 (legge 23/2011).

Critiche alla deducibilità IMU dal reddito d’impresa: l’aliquota del 20% è troppo bassa (si propone il 50%), riguarda solo i fabbricati industriali. Aprezzata, invece, la proroga delle agevolazioni fiscali al 50 e 65% su ristrutturazioni edilizie e  riqualificazione energetica.

Confedilizia: IMU vs. Tasi

Anche l’intervento del presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Sfogliani, non ha risparmiato spunti critici sul mancato rispetto degli impegni di Governo. L’associazione denuncia il crollo delle transazioni immobiliari causate dall’introduzione dell’IMU (-29,6% nel periodo ottobre-dicembre 2012), compreso il mercato degli affitti. Il 2013 sta andando meglio (-7,7% nel secondo trimestre) ma l’arrivo della Trise è visto con timore. Dalla precedente aliquota massima IMU dell’1,06%, si passa a un’aliquota massima IMU-Tasi dell’1,16%. Confedilizia chiede dunque che la Tasi venga sostituita da una vera tassa sui servizi. Quanto alla reintroduzione IRPEF sugli immobili non locati, è ritenuta «un’imposta di particolare iniquità» e ne viene chiesta la cancellazione. Ecco le proposte Confedilizia:

  • cedolare secca su più affitti (non solo per i canoni concordati)
  • esenzione IMU per immobili invenduti (imprese costruttrici, società immobiliari e persone fisiche)
  • deduzione Irpef 15% sui redditi da locazione (scesa al 5% con la riforma del lavoro)
  • esenzione imposte (bollo e registro) per i canoni di locazione
  • niente graduazione degli sfratti,
  • definizione del concetto di “morosità incolpevole” (per la quale c’è un apposito fondo)
  • liberalizzazione delle locazioni per uso non abitativo, con particolare riguardo alle situazioni di artigiani e PMI.

(Fonti: il documento ANCE consegnato alle commissioni e l’audizione di Confedilizia)