Riforma IMU e Catasto discusse in audizione al Senato: la tassazione sugli immobili aumenterà per le case in affitto o non locate, mentre le nuove rendite catastali assicureranno maggiore equità rispetto alla base imponibile dei contribuenti, con una revisione che le renda più vicine agli effettivi valori di mercato (=>leggi il piano su IMU e Riforma del Catasto). E’ quanto emerso dalle parole del Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni davanti alla commissione Finanze, esponendo le linee programmatiche del dicastero sui tasse, evasione fiscale, spending review, conti pubblici.
Riforma del Catasto
La riforma del Catasto, che avrà inevitabilmente effetti sull’IMU (vista la stretta relazione fra imposta e valore catastale dell’immobile, base di partenza per calcolare l’imponibile IMU), non sarà probabilmente contenuta nella riforma IMU attesa per fine agosto, ma nella delega fiscale.
La norma su cui si lavora prevede un nuovo calcolo della rendita catastale, non più sulla base dei vani ma dei metri quadri effettivi e con maggior relazione fra valore di mercato, ubicazione e caratteristiche edilizie. La base di riferimento dovrebbe essere rappresentata dai valori dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. La conseguenza sarà redistributiva: i proprietari di immobili di maggior pregio (magari ubicati in centro città, o in zone residenziali di alto livello) pagheranno tasse più alte delle attuali, mentre per altri ci sarà un vantaggio fiscale.Per «assicurare maggiore equità nella determinazione delle basi imponibili catastali», è necessaria la «revisione dell’intero sistema di valutazione del valore patrimoniale e delle rendite degli immobili», dice Saccomanni. Bisogna ripensare «i differenziali che oggi si registrano tra rendite di immobili situati in diversi territori urbani, assicurando una redistribuzione del carico tributario coerente con il valore degli immobili».
Questa revisione «non comporterà incrementi del gettito complessivo che deriva dalla tassazione immobiliare, che nel 2012 si è attestato intorno ai 44 miliardi, e si dovrà realizzare una riduzione delle imposte sui trasferimenti, che in Italia sono particolarmente elevate».
Riforma IMU
«L’introduzione dell’IMU ha determinato un’asimmetria nel trattamento fiscale degli immobili a disposizione e degli immobili locati», ha spiegato Saccomanni. Questo perché «il reddito derivante dagli immobili tenuti a disposizione è stato escluso dall’IRPEF mentre il reddito degli immobili locati è rimasto assoggettato alla stessa imposta» (=> Vai allo Speciale IMU). Una distorsione che non trova «alcuna giustificazione, né sul piano equitativo, né sul piano economico e neanche sul piano tributario e, quindi, sembra meritevole di un riesame». Dunque, si può prevedere una stretta sulle seconde case sfitte (=>altre proposte per una IMU più equa).
Il secondo punto riguarda invece la distribuzione del gettito fra Comuni e amministrazione statale. Una questione in parte risolta con la Legge di Stabilità 2013 (‘intero gettito IMU ai Comuni, con l’eccezione degli immobili strumemtali all’attività di impresa del gruppo catastale D), ma sulla quale si ipotizzano ulteriori passi avanti, a favore dei Comuni (=>consulta le aliquote IMU comunali).
La riforma IMU avverrà entro la fine di agosto, come previsto dal Dl 54/2013, che ha sospeso la rata di giugno sulla prima casa (leggi qui). La questione dell’abitazione principale resta fra i temi caldi del dibattito politivo in vista della riforma IMU. Fra le ipotesi di eliminazione totale (Pdl) e di rimodulazione (Pd e Scelta Civica) si fanno strada soluzioni che prevedono di agire su franchigie e deduzioni, che comporterebbero l’abolizione dell’IMU sulla prima casa per circa l’80% dei contribuenti (vai al calcolo IMU).