Transazioni commerciali in Polonia: nuovi termini di pagamento

di Anna Fabi

2 Maggio 2013 09:00

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In Polonia sono cambiate le leggi sui termini di pagamento nelle transizioni commerciali: analisi dello scenario per le PMI che vogliono internazionalizzarsi operando su questo mercato.

Ricevere in tempo i pagamenti dai propri debitori, in particolar modo durante questo periodo di crisi economica, può essere decisivo per le sorti di una azienda (leggi di più); è sempre opportuno certamente stabilire i termini e le condizioni preventivamente in un accordo scritto ma questo non è sempre possibile.

Il legislatore polacco è intervenuto tramite un nuovo disegno di legge che stabilisce i nuovi termini di pagamento nelle transazioni commerciali in Polonia.

Le modifiche adottate dal Parlamento Polacco chiariscono molte questioni nelle relazioni tra  debitore e creditore. Particolare attenzione è stata posta in merito alle conseguenze per il ritardo dei pagamenti tra due professionisti, ma anche nel caso di appalti che riguardano enti pubblici. Il disegno di legge è in via di approvazione, in attesa di essere confermato e firmato dal Presidente.

La nuova normativa stabilisce che il termine di pagamento tra le parti  (“imprenditori”) non deve superare i 60 giorni da calendario, mentre con gli enti pubblici questo limite è fissato a 30 giorni. L’intento della legge è quello, sì di tutelare i creditori, ma anche quello di favorire il Paese, riducendo questi “colli di bottiglia”, che sono tanti e rallentano l’economia.

Le soluzioni esistenti hanno dimostrato nel tempo di essere poco affidabili, avendo queste ultime un impatto negativo sul flusso di cassa e la redditività.

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Le nuove condizioni

La legge stabilisce il principio che il termine per il pagamento delle fatture tra gli imprenditori non deve eccedere i 60 giorni da calendario, a meno che le parti non abbiano concordato diversamente, e che il suddetto termine non sia “gravemente iniquo” per il creditore; resta inteso che le due parti hanno comunque e sempre la facoltà di concordare in maniera autonoma i termini dell’accordo in base alle proprie necessità; viceversa, trascorsi 60 giorni, la parte debitrice viene considerata morosa a meno che il creditore non abbia subito gravi conseguenze  da questo inadempimento. Alla risoluzione del contratto il creditore ha diritto di mora nella misura indicata dalla legge o secondo quanto stabilito dalle parti nel contratto.

In riferimento agli enti pubblici si è adottato un termine massimo per la liquidazione delle fatture con il privato (“imprenditore”) pari a 30 giorni. Ciò significa che il termine di pagamento per i beni o servizi resi non può superare i 30 giorni dalla data di ricevimento della fattura da parte dell’ente pubblico. In presenza di procedure complesse – dove entrano in gioco un gran numero di attori partecipanti – sarà possibile prorogare questo termine fino a 60 giorni da calendario.
La legge stabilisce inoltre che il creditore ha diritto al risarcimento delle spese legali sostenute per il recupero delle somme non tempestivamente corrispostegli per un valore pari a 40 euro.

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Chi sono i destinatari delle nuove normative?

Le nuove norme saranno applicate alle società che operano in Polonia con gli Stati membri dell’Unione Europea, con gli Stati membri dell’Associazione Europea  (EFTA) – con chi ha aderito all’accordo sullo Spazio Economico Europeo o della Confederazione Svizzera.

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