Giorni decisivi per lo sblocco dei crediti delle imprese con PA: dopo il via libera UE a saldare i debiti pregressi senza conseguenze sui vincoli di bilancio europei, il Governo identificherà «le soluzioni tecniche per avviare la liquidazione del debito nel più breve tempo possibile» con un piano di rientro dei debiti arretrati:
=>Via libera UE al pagamento dei debiti della PA
Il problema è che l’attuale Esecutivo è in carica solo per gli affari correnti e tutto dipenderà dai tempi di formazione del nuovo governo. Non si esclude che una soluzione possa arrivare anche dal Governo Monti, come auspicato da Confindustria.
Bisogna ora capire se ci sono le condizioni perché di proceda subito per decreto o se invece è necessario attendere la formazione di un nuovo esecutivo.
L’ANCI ha intanto annunciato l’intenzione dei Comuni di sbloccare subito 9-10 miliardi di debiti pregressi. Questo, poichè la norma che in Italia recepisce la direttiva europea contro il ritardo nei pagamenti dalla PA impone alle pubbliche amministrazione di pagare le imprese in 30 giorni, si applica solo ai contratti stipulati dal primo gennaio 2013, lasciando intatti i debiti arretrati.
=>Leggi cosa prevede la direttiva contro il ritardo dei pagamenti
«Attendiamo dal Governo risposte utili tra fine di Pasqua e metà aprile» ha spiegato il presidente Delrio: «dopo quella scadenza, i Comuni potranno approvare una delibera di giunta» per autorizzare i pagamenti.
Intanto, ha indetto una manifestazione – il 21 marzo a Roma presso il Cinema Capranica – per discutere con parti sociali e istituzioni lo sblocco dei pagamenti.
Secondo il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, «se si andrà troppo per le lunghe potremmo farlo anche noi». Più scettico il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo: «lo strumento che consente di allentare il patto di stabilità è il Documento di programmazione economico finanziaria, cioè una legge. Si potrebbe fare anche con un decreto legge, ma questo governo è in carica solo affari correnti e non può usarlo, non c’è più un rapporto di fiducia con il Parlamento».
A questo proposito , si registra l’appello a tutte le forze politiche da parte della Cgia di Mestre: «Per il bene delle imprese, si formi subito un Governo che consenta il pagamento degli oltre 70 miliardi di euro di crediti che le aziende italiane vantano nei confronti della pubblica amministrazione».