Approvato in CdM il Decreto Semplificazioni: disco verde dal consiglio dei ministri ai numerosi provvedimenti volti ad agevolare il lavoro di imprese e Pmi.
Nel testo definitivo vengono confermate ulteriori sburocratizzazioni (in linea con quanto già previsto dal Decreto Liberalizzazioni, che di fatto ha aperto questa strada), riduzioni di oneri (anche per i cittadini), autorizzazione unica ambientale per le Pmi, semplificazioni su diverse forme di assunzione, norme per gli imprenditori agricoli, l’introduzione di aree a burocrazia zero.
Ci sono poi molte misure per i cittadini, con la valorizzazione dell’uso di Internet e delle risorse telematiche per i rapporti con la pubblica amministrazione, e un capitolo particolarmente interessante sull’Agenda Digitale, con l’introduzione di una cabina di regia apposita.
Semplificazioni per le imprese
Prevista la sperimentazione di aree a burocrazia zero, in cui vengano attivati «percorsi sperimentali di semlificazione amministrativa per le imprese», in ambiti delimitati e a partecipazione volontaria. A individuare queste aree e i relativi percorsi saranno Regioni, Comuni Camere di Commercio, agenzie per le imprese, associazioni di categoria.
Il governo, sulla base dei risultati di questa sperimentazione, si impegna ad adottare regolamenti specifici di semplificazione entro la fine dell’anno, individuando autorizzazioni da mantenere, semplificando le procedura amministrative, introducendo autocertificazioni (per esempio in materia ambientale), promuovendo il cooridnamento delle banche dati, anche grazie alla via telematica, individuando con precisione le norme da abrogare e quelle già abrogate in materia di liberalizzazione delle attività economiche e di riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese.
Prevista poi una lunga serie di riduzione di oneri amministrativi, per cittadini e imprese. Di fatto, secondo i calcoli del ministero della Funzione Pubblica, si spendono 23 miliardi di euro all’anno per una lunga serie di procedure rilevanti per le imprese. Comunque, molto in generale, nel decreto ci sono misure di razionalizzazione in ambito di oneri per gli appalti che rappresentano risparmi di 140 milioni all’anno per le imprese.
Ci sono poi misure che semplificano la nascita di nuove imprese, un tema su cui l’Italia è molto indietro nella classifica internazionale. Procedura semplificata dunque, e controlli che verranno effettuati ex post, per non ostacolare la fase di avvio dell’attività imprenditoriale.
C’è il provvedimento che rende più facili gli adempimenti per i congedi di maternità. Ci sono norme per facilitare le assunzioni, ad esempio di cittadini stranieri.
Come previsto c’è l’autorizzazione unica ambientale per le Pmi, che di fatto estende quindi anche alle aziende di piccole e medie dimensioni quanto previsto dalle grandi imprese: si prevede un’autorizzazione unica abilitativa che eviti all’imprenditore o all’artigiano di doversi rivolgere a più uffici. Tutto questo va nel senso di semplificare ma anche di rafforzare la verifica dei requisiti ambientali.
Agenda Digitale
Interessante capitolo sull’Agenda Digitale. Sarà istituita una specifica cabina di regia che affronterà i punti chiave dell’agenda digitale: investimenti per la banda larga, per la formazione dei cittadini al digitale, e per la formazione della PA.
Ci sono poi una lunga serie di misure per semplificare e velocizzare i rapporti fra PA e cittadini, con un grande utilizzo di internet: si va da pratiche veloci, o addirittura immediate, per ottenere certificati, alla possibilità per il cittadino di consultare con estrema facilità procedure e adempimenti necessari per le varie pratiche.
Resta invece il valore legale della laurea, nel senso che il decreto non se ne occupa. Il governo ha deciso che su questo tema verrà avviata una consultazione pubblica. Ci sono altre norme sull’università, relative ad esempio ai controlli sull’effettiva efficacia dei vari corsi di laurea.
In generale, il premier Mario Monti ha sottolineato che il governo ha usato le migliori pratiche in campo internazionale ed europeo nel modo di procedere sulle semplificazioni.
Pmi
Tornando alle Pmi, si può citare uno studio della Cgia di Mestre secondo cui il peso della burocrazia sulle imprese di piccole e medie dimensioni è pari a 23,1 miliardi di euro ogni anno. Il che significa che un’azienda con meno di 250 dipendenti paga ogni anno circa 5269 euro.
I due settori che incidono maggiormente sui bilanci delle Pmi sono il lavoro e la previdenza. Tenuta dei libri paga, comunicazioni su assunzioni e cessazioni di lavoro, denunce mensili dei dati retributivi e contributivi, e l’ammontare delle retribuzioni e delle autoliquidazioni costano 9,9 miliardi l’anno, mediamente 2.270 euro per azienda.
L’area ambientale cosa invece 3,4 miliardi l’anno, con costi medi annui di 778 euro ad impresa. Le voci più onerose: autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, documentazione per l’impatto acustico, tenuta dei registri dei rifiuti, autorizzazioni per le emissioni in atmosfera.
Per gli adempimenti fiscali, invece, il costo complessivo è di 2,8 miliardi, pari a circa 629 euro per ogni Pmi.