Diventano ufficiali le deroghe alla riforma delle pensioni inserita nella manovra finanziaria Monti, per lavoratori precoci ed esodati: è stata infatti posta la fiducia sul Decreto Milleproroghe, passata con 469 voti favorevoli, 74 contrari e 5 astenuti su 548 deputati presenti alla Camera.
Approvati dunque gli emendamenti al Decreto Milleproroghe volti a tutelare le due tipologie di lavoratori gravemente penalizzati dalla riforma delle pensioni elaborata dal Ministro Elsa Fornero: gli esodati e i lavoratori precoci, per l’appunto.
I primi sono quei lavoratori che in prossimità del raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento, secondo le precedenti norme vigenti, avevano optato per le dimissioni per aiutare i datori di lavoro a risollevarsi dalla crisi economica. I secondi sono coloro che sono entrati nel mercato del lavoro tra i 16 e i 18 anni.
Esodati
Per gli esodati, licenziati prima del 31 dicembre 2011, varrà la previgente disciplina pensionistica. Per questa “concessione” verranno utilizzate le risorse già iscritte a bilancio per la deroga che riguarda i lavoratori posti in mobilità prima del 4 dicembre 2011: 240 milioni di euro per il 2013; 630 milioni per il 2014; 1,04 miliardi per il 2015; 1,220 miliardi per il 2016; 1,030 miliardi per il 2017; 610 milioni di euro per il 2018; 300 milioni per il 2019. Ulteriori risorse verranno recuperate dalle accise sui tabacchi.
Lavoratori precoci
Il Ministro Fornero ha poi ceduto anche per quanto riguarda le penalizzazioni per qui lavoratori che raggiungono i nuovi requisiti contributivi prima dei 62 anni di età, venendo di fatto incontro ai lavoratori precoci, ma solo a quelli che matureranno il necessario requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017 «includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni».
Iter del Milleproghe
Dopo il voto di fiducia alla Camera, l’iter parlamentare prevede che ora il Decreto Milleproroghe passi il 31 gennaio al Senato per l’approvazione definitiva.
INPS e riforma delle pensioni
Per effetto della nuova riforma delle pensioni anche chi al 31 dicembre 1995 aveva almeno 18 anni di contributi, dal 2012 non riceverà più la pensione calcolata con il metodo retributivo, ma con il sistema contributivo.
Questo significa un aumento degli assegni per i pensionati con più di 40 anni di contributi. Con il sistema retributivo applicato prima della riforma delle pensioni, invece, gli anni che superavano tale limite non incidevano sull’importo della pensione. Al riguardo l’INPS ha diramato nei giorni scorsi un messaggio, il n.1405, contenente chiarimenti.
L’Istituto ha anche precisato per i dipendenti l’accesso alla pensione, sia di vecchiaia che di anzianità, è vincolato alla cessazione del rapporto di lavoro, per gli autonomi no.
Cancellate poi le finestre mobili, per cui chi raggiungerà i requisiti anagrafici e contributivi dal 1° gennaio 2012 riceverà la pensione dal primo giorno del mese successivo a quello della maturazione.